Si sta realizzando ciò che molti avevano preconizzato (me compreso) fin dalle prima settimane dell’azione russa per difendere il Donbass e cioè che la guerra in Ucraina si sarebbe trasformata da conflitto tra eserciti in terrorismo o per dire meglio, uscendo dalla povertà del neo vocabolario, in guerriglia. Questo carattere è rimasto abbastanza nascosto finché il regime di Kiev comandato  dalla Nato è stato in parte nascosto fino che ha difeso le sue roccaforti, ma una volta cadute quelle è evidente che non esiste una vera prospettiva per la continuazione del conflitto. Il passaggio definitivo lo abbiamo sotto gli occhi proprio in questi giorni dove ai tentativi piuttosto oscuri di portare il conflitto armato in Russia servendosi di sedicenti suprematisti bianchi russi, probabilmente facenti parte di qualche collezione di subumani della  Cia, di polacchi e di mezzi americani, fanno riscontro i catastrofici risultati dell’offensiva finalmente lanciata del regime di Kiev: una perdita di 1500 uomini, 29 carri armati tra cui 8 “invincibili” Leopard che finiscono nel cestino delle armi magiche fallite, 3 Amx francesi oltre a un centinaio abbondante di altri mezzi corazzati, senza peraltro guadagnare nemmeno un metro . Si tratta di un bilancio pesantissimo che contrasta con le stupide e assurde speranze in una rapida vittoria ucraina diffuse dai narratori occidentali nonostante il fatto che la linea russa abbia tre livelli di difesa a dieci chilometri l’uno dall’altro e sia quindi molto difficile da spezzare. E non basta perché durante la notte c’è stato un’ intensa  azione di droni e missili praticamente su tutto il territorio ucraino tra cui spicca la distruzione della base principale delle forze ucraine a Kharkov.Ma certo dal punto di vista mediatico , un’insulsa e inutile azione terroristica suscita più rumore di una batosta militare vera.

Infatti  gli ucraini hanno intensificato i lanci sulla  popolazione civile di Donesk e hanno distrutto la centrale elettrica  di Nova Kakhovka a monte di Kherson, anche se non sembra che la diga sia del tutto crollata  per  far sì che l’acqua allaghi la sponda sud del Dneper dove si trova la prima linea di difesa russa e naturalmente mettendo a rischio la vita di migliaia di vili che abitano lungo le rive del fiume. Però in questo caso bisogna fare chiarezza: non si tratta di un’azione propriamente militare perché l’ingrossamento del fiume e l’allagamento di vaste zone se colpisce l’economia rende molto più difficile e rischioso l’attraversamento del fiume da parte di truppe e  mezzi militari. O chissà… secondo alcuni analisti militari la centrale è semplicemente collassata a causa dei danni ricevuti nei mesi scorsi dai tiri ucraini e si ricorderà che i russi si erano ritirati da Kherson proprio perché una breccia nella diga avrebbe messo in pericolo la loro rotta di rifornimento. Quindi alla fine tutto si risolve nel tentativo di danneggiare la popolazione civile visto che l’acqua dell’invaso serviva per irrigare l’oblast meridionale di Kherson oltre che per l’energia elettrica. In questa azione pare di riconoscere la manina americana che ha una predilezione per le azioni che colpiscono le popolazioni civili  e che sono presenti in ogni guerra a stelle e strisce. Fino ad arrivare ai milioni di morti in Laos e Cambogia. Ma qui non possono andare con i bombardiere e quindi si accontentano di una modesta dose di sangue.

Vedremo quanto andrà avanti questo miscuglio  di terrorismo e azioni kamikaze da cui si può dedurre un sola cosa: che l’Ucraina è di fatto sconfitta, ma che l’occidente non vuole non può ammetterlo  per cui sta cercando di fare quello che talvolta accadeva negli eserciti antichi o medievali: il condottiero morto veniva legato alla sella e fatto cavalcare come fosse ancora vivo al fine di non scoraggiare le truppe. Una tale protervia significa soltanto che tutto andrà avanti fino alla totale distruzione dell’Ucraina e dell’economia europea cercando di ingannare la popolazione ostentando  il cadavere dell’Ucraina ancora in sella.

Fonte:

Di BasNews

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