La notizia giunge crudele e inaspettata dopo molte settimane di carnaio attorno a Bakhmut dove il regime ucraino ha consumato tutte le proprie riserve ora i funzionari di Zelensky parlano di ritirata strategica: la battaglia è stata durissima tanto che un marine americano ” in pensione” ha detto  che il fonte “è come un tritacarne in cui i soldati sopravvivono in media quattro ore”. E immagino si riferisca ad adolescenti o cinquantenni catturati per strada dal regime e mandati senza quasi addestramento sotto la tempesta di metallo dell’artiglieria russa, costretti dai gruppuscoli nazisti e dalla truppe Nato sotto false spoglie ad immolarsi, mentre l’informazione italiana si rende ridicola cianciando da puri idioti di vittorie ucraine e dell’artiglieria russa che avrebbe diminuito la sua pressione come suggerito dal caporedattore unico chiamato Nato. Tutti sanno che non c’è  ritirata più rovinosa e anticipatrice della sconfitta della “ritirata strategica”. Rimane da comprendere perché la Nato abbia ritenuto necessario difendere a tutti i costi questa cittadina fortificata benché poi da un punto di vista strategico abbia un limitato valore. Forse si trattava del tentativo di mantenere in piedi una speranza per la delirante vittoria finale  e nel contempo preparare una qualche azione che possa in qualche modo consentire trattative di pace, dando l’impressione che l’Ucraina sia ancora in grado di rimanere in campo e consentendo agli Usa e ai suoi servi di salvare la faccia  A mio parere – ma naturalmente è solo un’ipotesi- potrebbe trattarsi di una provocazione in Transnistria ai cui confini – secondo alcuni report – si stanno preparando alcune migliaia di uomini tra cui  600 della Nato dotate a quanto pare di divise russe che agirebbero con la complicità del regime moldavo filo occidentale. . Ad ogni modo una simile azione potrebbe al contrario estendere il conflitto ed essere la scintilla che fa saltare del tutto le polveri senza cambiare in realtà la situazione  Quindi occorre prudenza nel fare ipotesi e capire se si tratti o meno di operazioni diversive.

D’altra  parte il fare qualcosa, magari di assurdo o di inutile o di criminale, ma che abbia una sua potenziale  mediaticità, è ormai l’unica strategia sensata  che la Nato può dare alla guerra, naturalmente controllando che i media nascondano bene le circostanze: per esempio il tentativo ucraino di attaccare la Crimea  con un sciame di droni è sembrato un atto di forza, soprattutto perché perché non si è detto che si trattava di droni commerciali cui sono state attaccate in maniera improvvisata delle cariche di esplosivo il che la dice lunga non solo sulla situazione ucraina, ma anche sulle capacità occidentali di armare la sua carne da cannone. Invece l’enorme vantaggio della Russia nelle armi, specialmente nell’artiglieria e nei sistemi missilistici, consente alle truppe russe di colpire quelle  ucraine da posizioni relativamente sicure, quindi avanzare molto lentamente e con attenzione per prendere postazioni strategiche e frustrare lo sforzo bellico occidentale con una perdita di uomini ridotta al minimo possibile.  In effetti ai burattinai di Biden già in difficoltà sull’origine artificiale del “loro” virus, questione che tenterò di riassumere prossimamente, e ai “governatori£ della disgraziata Europa non rimangono che due strade: o continuare ad alimentare  il buco nero ucraino oppure smettere con l’afflusso di armi e lasciare che il regime di Kiev si estingua. Ma la Russia non ha alcuna fretta perché il tempo lavora per lei: i suoi soldati macinano ogni giorno centinaia di reclute ucraine e di soldati Nato assieme ai loro sistemi d’arma, mentre subiscono perdite irrisorie e potrebbe facilmente prendere il controllo di un altro paio di regioni – Nikolaev e Odessa – lasciando un Ucraina  senza sbocco sul mare. Paradossalmente le sanzioni occidentali non solo favoriscono un’alleanza strategica con la Cina che è la fabbrica del mondo e che adesso è anche lei nel mirino , ma hanno dato una sferzata di cui l’economia aveva bisogno e creato occasioni impensabili grazie all’idiozia occidentale e ad alcuni celebrati ottusi come Draghi.  Una per tutte: quando l’UE ha imposto un prezzo massimo di 60 dollari al barile per il petrolio russo, Mosca ha risposto vietando le esportazioni verso quei Paesi che rispettavano il prezzo massimo. Poiché ciò significava che un’intera flotta di petroliere rimaneva  improvvisamente senza carico; i prezzi di queste navi sono crollati, consentendo alla Russia di acquistare rapidamente una flotta di 430 petroliere. Il risultato finale è che Mosca continua a vendere il suo oro nero a ben oltre i 60 dollari al barile a chi lo desidera, mentre l’Occidente deve pagare un extra per acquistarlo tramite terzi. Inoltre avendo ora una notevole flotta petroliera la Russia è diventata meno vulnerabile alle cabale assicurative sui noli con i quali si è pensato ingenuamente e stupidamente di poter arrecare un danno mortale a Mosca

Il fatto è alla fine  che l’Occidente finora ha tenuto in piedi l’Ucraina minacciando volta in volta una escalation del conflitto, mandando o facendo finta di mandare armi sempre più potenti e cercando così di impaurire Mosca, prospettando una guerra infinita, mentre la Russia che tra l’altro  è la nazione al mondo più ricca di risorse reali di ogni tipo, è favorita e non svantaggiata da questa prospettiva: più passa il tempo e più si concretizza la nuova struttura multipolare del mondo

fonte.

Di BasNews

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