di Fabio Torriero

Il professor Orsini, da esperto in materia, ci ha ricordato che le guerre non si fanno unicamente per ragioni economiche, ma anche e soprattutto per questioni territoriali. I popoli in crescita devono espandersi e i popoli in decadenza regrediscono, arretrano. E’ una legge di natura, che viene legittimata da motivazioni storiche, rivendicazioni culturali, religiose, etniche e via dicendo. Le Maldive erano, sono, argentine o inglesi? Il Kosovo appartiene ai serbi o agli albanesi? E l’Ucraina di chi è? Ammesso che sia?

Si parla tanto di sovranità violata, ma in pochi stanno approfondendo un tema: il ritorno improvviso a una dimensione imperiale, destinata a superare, cancellare, le concezioni nazionali. Di fatto, il quadro politico europeo precedente la prima guerra mondiale, che alla sua conclusione ha sancito il primato delle sovranità nazionali.
Ossia, imperi (zarista, prussiano, ottomano, asburgico) che inglobavano, comprendevano al loro interno, gli Stati.

Oggi potremmo parlare, invece, di “aree imperiali di influenza”: l’impero euro-asiatico a guida russa, con una variabile: la Cina, al momento, diventata il partner più forte. Un impero che si muove da un lato, con la sua forza economica ed energetica (il gas e non solo); dall’altro, ancora dentro schemi novecenteschi (l’invasione militare).
E l’impero occidentale a guida Usa, che col pretesto ideologico dell’atlantismo, annette gli Stati senza occuparli militarmente: lo fa con la finanza e l’economia.

Quando uno Stato non batte più moneta, non è padrone delle proprie fonti energetiche, delle proprie infrastrutture, del proprio agro-alimentare etc, non è più uno Stato. La sua è una sovranità limitata. Come l’Italia.
Da noi questa conquista, questa colonizzazione imperiale è avvenuta economicamente prima col piano Marshall, poi con le privatizzazioni che hanno certificato il dominio multinazionale delle nostre ricchezze e del nostro capitalismo. Il tutto in ossequio al libero mercato e alla globalizzazione.

E l’Ucraina che razza di Stato è? E qui non c’entrano le varie interpretazioni circa le sue origini, il fatto che sia stata o meno una gentile concessione di Mosca o se è nata prima. Il focus è su che Stato era prima di febbraio.
Certamente uno Stato non sovrano, formalmente democratico, sostanzialmente autocratico, non nelle forme russe, ma riverniciato di democrazia. Prova ne sono, i partiti di opposizione messi al bando, la guerra nel Donbass, passata sotto silenzio da parte di quelli che ora drammatizzano quotidianamente l’invasione.
Non sovrano: qualcuno ricorda per caso i 18milioni di dollari dati all’Ucraina dal Fmi per procedere alle privatizzazioni? Prima tranche di 40 milioni?
Dice niente la parola privatizzazione?
E guarda caso si tratta di prestiti che vincolano e che legano per il presente e il futuro il paese alle regole imperative “globalizzatrici” del Fmi (modello-greco).

Vediamo i numeri. Dall’inizio della guerra nel Donbass nell’aprile del 2014, l’economia del Paese ex sovietico ha subìto un tracollo simile a quello avvenuto con la crisi finanziaria del 2008/9 e il Pil è caduto del 15%. La produzione industriale, già in discesa sotto Yanukovich, è crollata nei due anni del conflitto, prima del 10% e poi del 13%. L’inflazione, schizzata al 25% nel 2014, nel 2015 è stata di oltre il 43%. Le riserve della Banca centrale si sono quasi dimezzate e ammontavano alla fine dello scorso anno a poco più di 13 miliardi di dollari. Il debito pubblico è raddoppiato ed ha sfiorato nel 2015 l’80% del Pil. La grivnia, la moneta nazionale, si è finalmente stabilizzata contro dollaro e euro, il suo valore è però tre volte inferiore a quello dell’estate del 2013.
E tutto questo prima dell’invasione russa.

E ancora: l’occidentalizzazione dell’Ucraina non presenta solo la faccia finanziaria, ma pure altre facce: la presenza di centrali nucleari, il grano, i minerali, le fonti energetiche: risorse che fanno gola. Addirittura sembra che ci siano laboratori dove si sperimentano guerre batteriologiche e virus da inviare a mezzo di pipistrelli. E’ una fake, una propaganda russa, quella che riguarda il Corona virus, in realtà partito da uno di questi laboratori, con destinazione Mosca e poi scappato di mano, colpevolizzando la Cina? Non lo sapremo mai, così come le reali motivazioni della guerra attuale.

Per non parlare della laicizzazione forzata del paese. Dove la libertà è licenza assoluta, mercificazione della vita, al servizio del business: si scrive diritti civili, progresso, si legge utero in affitto legale.
Ecco la verità. Si scrive Ucraina libera e occidentale, si rischia di leggere pattumiera dell’Occidente. Un rischio che pesa sulla testa dei cittadini innocenti, eroi, artefici di una resistenza che va ben oltre la mediocrità e gli interessi dei governi.

Fonte:

Di BasNews

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