Le forze di difesa israeliane hanno lanciato operazioni militari in diversi villaggi del Libano orientale, concentrandosi sulla distruzione delle infrastrutture del movimento libanese Hezbollah. L’Idf utilizza un massiccio supporto di fuoco, truppe di terra e aeronautica. L’operazione militare denominata Northern Arrows dovrebbe essere limitata e localizzata su alcuni villaggi libanesi vicini al confine nord di Israele. L’operazione sarebbe finalizzata a riportare nelle loro case i circa 300.000 coloni israeliani evacuati dal nord di Israele.
Tutto chiaro? Neanche per sogno. Quella che sembra un’operazione limitata sui villaggi di confine libanesi rischia di esplodere in una conflagrazione senza precedenti. Dopo l’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, la reazione dell’Asse della resistenza è immediatamente esplosa e i vari paesi che ne fanno parte hanno iniziato gli attacchi di risposta. Anche l’Iran ha schierato un contingente di forze armate nel Golan. Gli Usa hanno minacciato l’Iran di rappresaglie se entra in guerra a fianco di Hezbollah. Gli Houthi yemeniti hanno lanciato un missile ipersonico su Tel Aviv. L’esercito arabo siriano è in stato di massima allerta. La Cina si è limitata finora a condannare solo verbalmente gli attacchi dell’Idf in Libano. Ma bisogna ricordare che esiste un asse Russia-Cina-Hezbollah. Insomma, nel Medio Oriente la tensione è alle stelle.
C’è un dato fondamentale che induce a ritenere che questa guerra non sia un’operazione limitata ed episodica. Recentemente, importanti paesi del Medio Oriente come Arabia Saudita e perfino un membro della Nato come la Turchia, hanno fatto domanda di essere ammessi nel Brics+, il partenariato internazionale fondato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, alternativo al G7, che raggruppa le potenze occidentali. L’Iran fa già parte dei Brics+. Con l’ingresso di nuovi stati nel Brics+, quest’ultima alleanza geoeconomica comprenderebbe al suo interno la maggioranza dei paesi islamici dell’intero Medio Oriente. Ciò condurrebbe ad una spinta delle politiche antisioniste in tutto il mondo. Israele lo sa e vuole impedirlo. Una guerra in Medio Oriente provocherebbe un ritardo nell’accoglienza di nuovi membri nel Brics+.
Cosa accadrà ora?
Nell’ipotesi più ottimistica una reazione decisa e tempestiva dell’Asse della resistenza, sostenuta dalla Russia (e dalla Cina?) potrebbe fermare la guerra in Libano e indurre Israele a più miti consigli. Nell’ipotesi più pessimistica questo sarebbe soltanto l’inizio di un conflitto generalizzato che potrebbe coinvolgere gli Stati Uniti e la Gran Bretagna a fianco di Israele e Russia e Cina dall’altra parte a sostegno dell’Iran e di Hezbollah. Sarebbe un vero disastro, che segnerebbe l’inizio della terza guerra mondiale. Con conseguenze incalcolabili.
Franceco Tallarico
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