Il fatto che i Brics abbiano formalmente superato per pil il G7 è un segnale di non ritorno: nell’economia reale questo sorpasso era già avvenuto da tempo, solo che i criteri di composizione del Pil anch’ess stabiliti in occidente alla luce del neoliberismo, hanno occultato questa realtà grazie a valanghe di soldi fabbricati senza sottostante e dunque avvalorati solo da se stessi. Casualmente nel giorno stesso in cui è stato annunciato il superamento, la Louis Vuitton che comprende anche altri marchi di super lusso ha trasferito la propria sede asiatica da Hong Kong a Shangai, sottolineando il tramonto di un mondo: l’occidente e soprattutto l’impero americano non è più l’azionista di maggioranza del pianeta, nemmeno nell’ambito del futile e dunque non può arrogarsi il diritto prendere le decisioni a prescindere, di dichiarare unilateralmente sanzioni, di fare guerre per rapinare risorse e/o impedire che altri possano svilupparsi e contendere il trono.
L’Europa però ha risposto alla sfida scegliendo il modo più veloce per rendere più poveri oltre che meno meno liberi i propri sudditi, ovvero quello di instaurare una sorta di protezionismo alla Co2 tassando le importazioni a seconda la loro impronta di carbonio vera o presunta che sia . Forse il nostro continente unito a doppio filo non dai popoli, ma da oligarchie economiche, vuole rendere follemente virtuosi tutti gli altri? No, è soltanto ipocrisia: il nostro continente infatti da una parte produce appena il 15 per cento di anidride carbonica di origine antropica ( che a sua volta è il 4 per cento del totale prodotto dalla biomassa) dunque figura come virtuoso, dall’ altra , tenendo conto delle sue importazioni, è al secondo posto al mondo come produttore di Co2: la fa emettere ad altri per trasformare la sua debolezza e la sue deindustrializzazione in una affermazione in illibatezza carbonica e dunque di probità climatica secondo stravaganti ipotesi, mai confermate, Ma ha la forza e la buona coscienza di imporre ad altri la folle teoria del catastrofismo climatico? No di certo e così come è altrettanto certo che un piccolo dazio non aiuterà molta l’industria locale già gravata dagli stesi balzelli oltre che dai prezzi americani del gas e da tutti gli aumenti energetici che si sono imposti con la pandemie e con le sanzioni alla Russia: si tratta solo di un modo di far aumentare i prezzi e di favorire le mega industrie ammesso poi che queste riescano a stare sul mercato. Così come il criterio di applicare le quote Co2 anche ai privati su auto e riscaldamento significa solo favorire i ricchi e ricacciare all’inferno i ceti popolari insieme con la piccola e media borghesia. Prima che ci si riscuoya dal torpore.
Naturalmente l’aumento dei prezzi favorirà una nuova impennata inflazionistica proprio nel momento in cui la Bce dovrà alzare i tassi per far fronte all’ondata precedente e questo significherà una diminuzione degli investimenti e dei consumi, mentre cresce per forza di cose il peso del debito a causa della crescita degli interessi: lo scenario ideale per fare precipitare il Pil e dare un taglio drastico di ciò che rimane dello stato sociale, con grade gioia della signora Giorgia Draghi. Ora l’Italia potrà anche essere la vittima più grave delle assurdità europee sulla Co2, ma il fatto che questa cosiddetta transizione ecologica che si muove sul doppio binario delle assurdità catastrofiste e della impossibilità pratica di realizzare Net Zero, ha in effetti uno scopo ecologico che non c’entra nulla con le ipotesi e le teorie utilizzate come grimaldello, ma intende creare le condizione per un calo drastico della nataklità e dunque della popolazione ovvero il reale ‘elemento inquinante secondo certi dogmi . L’agenda green è infatti direttamente impugnata come una clava da quelle persone, circoli, concrezioni di potere che da sempre professano un maltusianesimo variamente e spesso inconsapevolmente impastato con forme di razzismo. E’ abbastanza evidente che tutto ciò che si arzigogola intorno ai temi climatici ha soltanto lo scopo di creare le condizioni di caduta economica per un drammatico calo di natalità che già esiste e infatti richiede immigrazione sostitutiva, ma che tra poco riguarderà tutti, anche i sostituti.
Una ragione in più per rallegrarsi del sorpasso dei Brics: mette in evidenza come tutta questa paccottiglia culturale di stampo anglosassone e accolta dai più servili come fosse il verbo, non ha più la maggioranza economica e la forza per imporsi dappertutto. Anche perché essa proclama il controllo della popolazione e la denatalità dal punto di vista dei ricchi i quali hanno paura che i poveracci inquinino i loro eden privati, ovvero dal punto di vista della povertà indotta. Invece come è accertato per ogni epoca è proprio il benessere a creare le condizioni per un calo equilibrato della popolazione. Ma il benessere di tutti significa meno profitti e questo di certo non è consentito.
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