L’Europa è morta! Viva l’Europa.
Come ho detto sin dal primo giorno di questa campagna militare nelle pianure sarmatiche che vedono il conflitto tra Nato (sotto le mentite spoglie dell’esercito ucraino) e Russia uno dei massimi obbiettivi degli USA era quello di rompere il legame commerciale tra Europa germanocentrica e Russia. E con le sanzioni Washington c’è riuscita benissimo visto che le sanzioni sono destinate a rimanere per anni anche dopo la fine delle ostilità. Inutile che ci giriamo attorno, questa è la realtà.
La guerra sarebbe comunque scoppiata, indipendentemente dal fatto che la Russia avesse attaccato o meno per prima. Se non lo avessero fatto sarebbero stati gli ucraini (che già avevano accumulato uomini e truppe sulla linea di contatto tra le repubbliche secessioniste e l’Ucraina) ad attaccare. E questo era nei disegni di Washington, volevano provocare la Russia così da costringere l’Europa a porre sanzioni spaventose che creano di fatto una cortina di ferro.
Che la Germania ormai egemone in Europa fosse un problema per gli anglosassoni era chiaro da anni. Mi viene in mente a tale proposito un articolo di Keagan su Foreign Affairs (1) dove si parla di nuova “questione tedesca” (attenzione perchè Kagan non è uno come gli altri, visto che oltre ad essere uno studioso di altissimo livello è anche marito di Victoria Nuland grande madre del colpo di stato di Majdan a Kiev nel 2014 e nota per la sua esclamazione contro l’Europa: “fucking Eu!”).
Mi viene anche in mente il discorso di Trump all’Onu del 2018 dove accusava platealmente la Germania per i suoi rapporti con la Russia e dove tutto il corpo diplomatico tedesco – guidato dall’allora ministro Heiko Mass – in platea ascoltava tra scherno, risatine, frizzi e lazzi. Erano convinti che bastasse abbattere Trump per continuare con il loro gioco: acquistare energia dalla Russia, prendendoli pero in giro fregandogli Kiev con l’aiuto militare e di intelligence USA, flertare con la Cina e colonizzare il resto dell’Europa con cervellotici e deflazionistici parametri di bilancio e trattando con la Francia per la difesa comune e il seggio al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (tutto nero su bianco nel Trattato di Aquisgrana) .
Gli americani hanno capito tutto e – Trump o non Trump – hanno scatenato l’inferno facendo leva sulla giunta di Kiev ma anche sulla russofobia di paesi baltici, Polonia e Romania.
Ora ci ritroviamo con la guerra in casa, l’inflazione alle stelle, la sicurezza energetica compromessa e quella alimentare a rischio.
(1) https://www.foreignaffairs.com/articles/germany/2019-04-02/new-german-question?fbclid=IwAR0pE_j7KebYLvkM3Ktiwm9XbsyuCWSGrKuuFNodt3D83CiVrTz3zNL5o0E
Giuseppe Masala
Giuseppe Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e si specializza in “finanza etica”. Coltiva due passioni, il linguaggio Python e la Letteratura. Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe essere il primo di una trilogia), “Una semplice formalità” vincitore della terza edizione del premio letterario “Città di Dolianova” e pubblicato anche in Francia con il titolo “Une simple formalité” e un racconto “Therachia, breve storia di una parola infame” pubblicato in una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come Leonardo Sciascia crede che “Non c’è fuga, da Dio; non è possibile. L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.
Fonte:
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-leuropa__morta_viva_leuropa/29296_46053/