In Italia si discute il “decreto sicurezza” che tuttavia riguarda solo marginalmente i cittadini e la loro incolumità, bensì il milieu politico visto che essenzialmente si prevedono pene e sanzioni contro le proteste di piazza, scudi legali per la polizia e persino aggravanti per chi si oppone alle grandi opere. Più chiaro di così non potrebbe essere: con il pretesto della sicurezza si tenta di reprimere il diritto di dire no al circuito politica – affari a cui si è ridotta la vita pubblica italiana ormai da parecchi decenni. Ma questi sintomi sono presenti dovunque in Europa dove l’informazione trascura di riferire le gigantesche manifestazioni in Romania contro il golpe voluto (e pagato) da Bruxelles per annullare elezioni sgradite. Senza che la cosiddetta sinistra che grida contro il decreto sicurezza, dicendo che che ci porta a uno stato di polizia, abbia nulla da dire. Sono solo parti in commedia recitata da un’ unica compagnia.
Altrove questo processo è ancora più avanti, per esempio in quella Germania dove persino le elezioni sono a rischio di rinvio a tempo indeterminato o di operazioni rumene annunciate da Breton: basti pensare che il vicepresidente dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione ha dichiarato che la critica ai media pubblici è un ” pericolo per la democrazia .” Mentre il Ministro degli Interni dal canto suo ha inviato un memorandum minaccioso a tutti gli ufficiali di polizia federale, avvertendoli che l’appartenenza attiva a gruppi di “estrema destra” – ovvero l’Afd – potrebbe costituire una cattiva condotta professionale e giustificare il licenziamento. Entrambe le cose sono totalmente illegali secondo la legge fondamentale, ancora in vigore in Germania e invece vengono dette da chi dovrebbe difenderla. In aggiunta a queste scandalose forme di repressione delle idee, l’ufficio statale per la protezione della Costituzione di Hessen, ha formato una divisione organizzativa” per “analizzare le informazioni e coordinare le misure” in merito alle opinioni che si accumulano sulle piattaforme dei social media.” E in specifico si tentano di colpire le manifestazioni pro Palestina.
Si tratta degli stessi argomenti tossici e profondamente disonesti che sentiamo dal 2016, quando Trump fu accusato di essere un agente di Putin. Le opinioni politiche scomode vengono ricostruite come “fake news mirate”, “manipolazione” e “disinformazione” provenienti da altri Paesi e attualmente dalla triade Putin-Musk-Zuckerberg. In questo modo si cerca di privare i cittadini del diritto alla libera espressione sotto la copertura del mantenimento della “coesione sociale” e della difesa della “nostra democrazia”. Questi dementi che sentono avvicinarsi la fine non vorrebbero altro che chiudere l’intera Internet, che è un’enorme spina nel fianco, specie dopo che alcuni social si sono sottratti alla censura. Non è un caso se sia fascismo che nazismo iniziarono il loro percorso proprio dal controllo delle fonti informative: allora si trattava di reprimere le opinioni contro lo Stato che peraltro coincideva con il partito unico, oggi invece si parla di disinformazione che in realtà non significa un bel nulla, visto che nessuno ha in mano la verità. La stessa sovrapposizione tra governi e Stato sembra ora essere di nuovo all’ordine del giorno. E in questo senso significa essenzialmente proteggere le menzogne sistematiche del mainstream, in mano a pochissime mani fidate, dall’analisi dei fatti.
Per esempio quando Zelensky su ordine dell’amministrazione Biden ha chiuso il gasdotto dal quale arrivava l’ultimo rivolo di energia verso l’Europa, giornaloni e televisioni hanno detto che la Russia aveva chiuso i rubinetti. E quando è stato troppo difficile nascondere la realtà perché lo stesso Zelensky si è vantato di tale operazione, si è inneggiato a un atto che danneggiava la cattiva Russia anche se naturalmente aumentava i prezzi per i cittadini. Peccato che per la Russia si tratta di una perdita perdite assolutamente marginale e trascurabile, mentre i raddoppio delle bollette in Austria colpisce in pieno i ceti popolari.
Adesso per lo meno abbiamo una conoscenza di prima mano su come i fascismi europei si sono affermati.
fonte: