È davvero impressionante: secondo un’indagine pubblicata dal New York Post molti appartenenti alla Generazione Z hanno difficoltà a svolgere semplici attività fai da te, come per esempio cambiare una lampadina e tendono ad affidarsi a “professionisti” per questi problemi. Ora senza incastrarci troppo in questo dedalo generazionale tutto americano, pignolo e vago allo stesso tempo, si tratta delle persone nate dopo il 1995, quelle che fin dall’infanzia sono state a contatto con gli strumenti informatici, le quali tuttavia mostrano una incredibile regressione nello svolgimento di azioni pratiche di base, anche le più semplici e più ovvie. Paradossalmente una consistente percentuale di questi giovani si affidano ai genitori anche per faccende elementari come la pulizia dell’auto, mentre operazioni appena più complesse come il gonfiaggio degli pneumatici o la sostituzione delle spazzole del tergicristallo, sono totalmente al di fuori della loro portata.
Inoltre il 30 per cento di loro non riesce a riconoscere un cacciavite a testa piatta, il 21% non sa com’è fatta una chiave inglese e incredibilmente, 1 su 10 chiamerebbe qualcuno solo per appendere un quadro. Forse non è un caso che un altro nome per la generazione Z è generazione “boh”. Non c’è da stupirsene perché la dimensione virtuale nella quale vivono praticamente da sempre, li tiene costantemente in uno stato di astrazione dal mondo reale nel quale hanno difficoltà ad agire. Questo ha creato – come molte ricerche asseriscono – un maggiore stato di ansia e un disturbo di narcisismo patologico che colpisce addirittura il 70 per cento degli adolescenti americani. Il fenomeno di è dilatato a dismisura dopo la pandemia con le segregazioni e l’insegnamento a distanza che non soltanto è assai meno efficace di quello “in presenza”, come si dice oggi, ma tende ad isolare le persone che cercano ovviamene dei “ponti” verso l’esterno tramite internet.
L’effetto tuttavia più importante e che questa deprivazione del mondo reale e di qualsiasi manualità che non sia quella di digitare con i pollici, cosa che a me risulta impossibile impossibile, costringe a una vita che è in gran parte dentro una dimensione astratta priva in gran parte di correlazioni e esperienze concrete che rende vittime le persone più giovani di idee vaghe e immaginarie, quasi impalpabili che li rende vittime di qualsiasi indottrinamento o propaganda o ancor meglio imitazione. Una condizione che legata alle altre, per esempio il narcisismo, dà luogo a un conformismo che si crede ribelle e una ribellione che è tutta dentro il conformismo. Ma che crea anche l’illusione di competenza. E’ davvero un ritratto del nostro mondo, il che ha anche un gigantesco effetto sulla politica e sull’ideazione politica.
Forse avvitare qualche lampadina potrebbe diventare un metodo pedagogico.
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