Una delle ultime ordinanze emesse dal Presidente Bardi riguarda il divieto di lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole sull’intero territorio lucano nelle aree interessate dallo svolgimento di attività nel settore agricolo, in coerenza con la mappa del rischio “Workclimate” elaborata dall’Inail. Fino al 31 agosto non si potrà lavorare tra le ore 12.30 e le 16.00 nei giorni in cui, sul portale dell’Inail dedicato, per i lavoratori esposti al sole e con attività fisica intensa risulterà un rischio alto.
Si tratta di un segnale positivo per una regione che nel periodo estivo si riempie di lavoratori stagionali per soddisfare le esigenze del comparto agricolo. Purtroppo non è altrettanto positivo l’atteggiamento che questa giunta ha relativamente al contrasto al lavoro nero e al caporalato.
Solo qualche giorno fa l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Matera ha reso noti i risultati di una serie di controlli effettuati a partire dallo scorso maggio nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme finanziato con fondi europei. Sono state ispezionate 185 aziende, controllati 1209 lavoratori (di cui 537 italiani, n. 288 comunitari e 384 lavoratori extracomunitari) e 63 sono risultati in nero.
Lavoro nero e caporalato sono due piaghe che attanagliano da tempo la nostra regione e sulle quali si fatica a trovare una linea di azione concreta anche a causa di incomprensibili veti politici.
Basti guardare al percorso travagliato che ha avuto l’approvazione della delibera conclusiva per la realizzazione del centro di accoglienza per i lavoratori stagionali a Gaudiano finanziato attraverso il Pon Legalità. Ancora più preoccupante è lo stallo che imperversa sulla Città della Pace di Scanzano Jonico, candidata anch’essa a finanziamento sul Pon Legalità. La delibera è sparita dai tavoli della Giunta e non è dato sapere che fine farà il progetto. La maggioranza Bardi si è trincerata dietro un silenzio imbarazzante ed ha evitato di discutere la mozione da noi presentata in Consiglio Regionale. Questo silenzio diventa ancora più assordante alla luce di tutti gli appelli istituzionali che si sono susseguiti in questi mesi, a partire da quello del Prefetto di Matera.
Anche quest’anno si naviga a vista e non ci resta che sperare nel lavoro dell’ispettorato per arginare lavoro nero e caporalato. Questa situazione di incertezza ha come unico risultato quello di favorire illegalità e assenza di diritti. Evidentemente per qualche consigliere di maggioranza va bene così. Noi attendiamo un ravvedimento operoso.
Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale