L’attività istituzionale sul territorio dei Carabinieri del Comando Provinciale di Potenza è multiforme, nel senso che abbraccia più ambiti in ragione di precipue prerogative attribuite all’Arma, per cui diversi sono i settori in cui i reparti dipendenti conducono specifiche operazioni di servizio, in chiave preventiva e repressiva.
In tale contesto è da intendere il risultato conseguito alcuni giorni addietro, vale a dire sabato scorso, 15 maggio, occasione in cui i Carabinieri della Stazione di Lavello, nel corso di mirato servizio d’istituto finalizzato ad arginare il fenomeno delle violazioni alle normative in materia di tutela dei beni culturali ed archeologici, hanno deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria un 73enne del luogo e la convivente, 44enne, per illecito impossessamento di beni culturali appartenenti allo Stato, in violazione degli articoli 10 e 176 del Decreto Legislativo nr. 42/2004.
In particolare, i militari, i quali operano in un’area connotata da un rilevante patrimonio storico – culturale, il cui centro abitato ha origini molto antiche, come testimoniato dal ritrovamento di alcuni resti di un villaggio dell’età del ferro, che origina dall’agglomerato dauno – romano di “Forentum”, hanno eseguito una perquisizione domiciliare presso l’abitazione e le relative pertinenze dei due conviventi.
Nel corso delle operazioni di ricerca, i Carabinieri, nel garage di loro proprietà, tra l’altro abilmente celati all’interno di un camino, hanno rinvenuto e sequestrato 22 reperti archeologici, tra cui anfore, vasi e piatti in ceramica, tutti risalenti al III e IV secolo a.C., appartenenti ai cosiddetti “instrumentum domesticum”, dei quali i predetti si sono chiaramente impossessati senza averne titolo.
Quanto ritrovato sarà sottoposto all’intervento degli Organi competenti per le procedure di stima e classificazione, nonché per i successivi adempimenti finalizzati all’affidamento dei reperti ad idonea struttura istituzionale per la loro conservazione.