Antonietta Lucia, nei giorni scorsi, ha raccontato alla stampa la sua esperienza di paziente in cura all’Irccs Crob di Rionero in Vulture. Lo ha fatto attraverso una lettera indirizzata all’Assessore alla Sanità Rocco Leone. Ella orgogliosamente dice di aver scelto di curarsi al Crob, in quanto ritiene sia una struttura di eccellenza. Infatti lo è, altrimenti non sarebbe rimasta nella famiglia OECI (l’Organizzazione of European Cancer Institutes) la quale ha confermato con la site visit avvenuta dal 17 al 18 marzo 2021 l’accreditamento fino al 31 agosto 2026. Un riconoscimento di straordinaria importanza, che evidenzia il rispetto di tutti i requisiti di qualità e di attenzione al paziente oncologico e l’aderenza a parametri ogni anno più stringenti e vincolanti, richiesti nello svolgimento delle attività cliniche, di assistenza e di ricerca, del quale l’Istituto si annovera dal 1915. Una lettera quella di Antonietta Lucia, appassionata, che non può non suscitare interesse per la sua vicenda umana e per l’esaltazione delle qualità da ella riscontrate, per l’eccellente assistenza ricevuta dal personale medico e paramedico e, – sono sue le parole – per l’ottima degenza ospedaliera fatta con cortesia e tanta pazienza. Ma, così come fece Anna D’Alessandro nell’ottobre 2019, allorquando si ravvisavano pericoli di declassamento del Crob, anche Antonietta Lucia, nonostante i pericoli di declassamento siano stati sventati, oltre ad esaltare l’eccellenza, non esita di denunciare limiti e carenze. Due donne coraggiose, esemplari, che oltre a lottare per sconfiggere la malattia trovano la forza per dare battaglia affinché si migliori la qualità dell’assistenza e si contribuisca ad elevare il livello di eccellenza dell’Irccs-Crob. Le loro testimonianze, le loro denunce, hanno una valenza straordinaria che dovrebbero indurre ad una riflessione severa, soprattutto chi ha il potere decisionale ai diversi livelli. Quello che colpisce, fra l’altro, della lettera di Antonietta è il racconto della sua prima esperienza di persona, ancor che di paziente, costretta insieme ad altre 50 a fare la fila per una poltrona, necessaria per effettuare la chemioterapia, il suo sentirsi quasi una ladra a fronte di un gesto di solidarietà ricevuto – dice – da un galantuomo. Infatti racconta: – “Il giorno 7 dicembre, la mia prima esperienza, ero spaesata, avevo trovato una poltrona, stavo comodissima ma alcune persone erano sulle sedie con braccio appoggiato sul tavolino. Pensavo fosse una cosa sporadica ed invece è routine. – continua – Il 28 dicembre seconda chemio, due persone erano già sedute sulla sedia, si libera un posto letto, eravamo in due, io ed un galantuomo che era entrato prima di me, mi cede il posto letto e lui si accomoda su di una sedia con braccio appoggiato sul tavolino. Lo guardavo spesso, a volte si appisolava, io stavo comoda, ma mi sentivo quasi una ladra”. Insomma, Antonietta parla di solidarietà, esalta l’eccellenza, ricorda che il Crob è meta di tanti pazienti provenienti non solo dalla Basilicata, ma anche dalla Campania e dalla Puglia e ironicamente interroga l’Assessore Leone: “per quattro infermieri e quattro poltrone in più vogliamo distruggere questo ospedale?” ( ch nàcn r’ sàl vulìm uastà la mnèstr?). (N.A.) Eppure, nel dicembre 2019 in occasione della visita al Crob di Pierpaolo Sileri, tutti, dal vice Ministro della Salute, al Presidente Bardi, all’Assessore Leone e gli stessi dirigenti del Crob, si impegnarono per aumentare il personale medico e paramedico quello dei ricercatori e di stabilizzare quelli precari, nonché potenziare gli strumenti tecnologici e che sarebbe stato inaugurato nel giro di poche settimane il Day Center, per lo svolgimento di attività di radiologia diagnostica, interventistica e quella legata al Day Hospital Oncologico ed ematologico. Intanto difronte alla denuncia di Antonietta anziché rispondere con la soluzione dei problemi si assiste all’ennesimo scarica barile insopportabile. Io credo che l’Assessore Leone avrebbe fatto cosa egregia se si fosse attivato con i colleghi consiglieri per donare le poltrone al Crob come da sollecitazione di Antonietta e nel frattempo impegnarsi affinché l’attivo di bilancio dell’Irccs-Crob non venga come sempre utilizzato per tappare i buchi di altre realtà sanitarie regionali mettendo a disposizione l’intero attivo per far volare sempre più in alto l’Irccs-Crob.
Gennaro Giansanti
Già dipendente Irccs-Crob