L’incompetenza politica oggi passa inosservata ai più, e viene coperta da mass media ancor più incompetenti e all’occorrenza pagati per esserlo da chi davvero muove i fili delle cose. Così accade che gente come Nuland, Blinken, Stoltenberg, ovvero i manager operativi della guerra finiscano per credere davvero che la Russia stia perdendo la guerra, che non abbia la capacità economica per vincere e che l’Ucraina alla fine possa vincere: così elidono qualsiasi cosa possa scalfire questa loro favola e non si rendono conto dentro la loro ontologica stupidità che gli indicatori economici imposti dal neoliberismo finanziari, tipicamente il pil, non hanno alcun reale valore concreto nel definire i rapporti di forza. La conquista di Artyomovsk, o Artemovsk a seconda della tanslitterazione – la cui difesa è costata agli ucraini non meno di 50 mila uomini sembra non scuotere queste menti che usano ogni strumento in loro possesso, dagli attacchi diversivi sui civili al confine russo ai veri e propri assassini politic, per rubare i titoli dei giornali e depistare l’attenzione. La città è caduta ieri nell’esatto anniversario della caduta di Mariupol, il 20 maggio 2022. E non sorprende che la narrazione adottata dai sostenitori dell’Ucraina nazista sia la stessa identica di prima: rabbrividire, far fronte, trovare scuse e al limite far finta di nulla. Se le magiche armi dell’occidente come i Patriot falliscono (cosa che hanno sempre fatto) si raddoppia la posta dicendo che non è vero, che la centrale Patriot di Kiev insieme a cinque lanciatori non è stata distrutta, che i missili ipersonici non l’hanno colpita o che ha subito pochi danni. Ma difendere questi razzi che non stati in grado di colpire nemmeno un qualche drone houti in Arabia Saudita è vitale per Washington non solo per questioni economiche, ma per rassicurare gli sciocchi europei che ancora pensano di essere coperti da un qualche ombrello salvifico. E digrignano i denti ignari che essi siano marci e che prima o poi gli arriverà un tremendo cazzotto in piena faccia.
Ma per dare il senso della totale confusione dell’amministrazione americana e del suo navigare a vista nelle sue stesse bugie basterebbe pensare che in questi giorni gli Stati Uniti hanno adottato una nuova tranche di sanzioni economiche verso la Russia e hanno imposto il divieto di esportazione di telefoni, registratori vocali, microfoni ed elettrodomestici tra cui scaldabagni elettrici, ferri da stiro elettrici, forni a microonde, scaldabagni, caffettiere elettriche e tostapane. È inoltre vietato fornire alla Federazione Russa telefoni cordless, asciugabiancheria, spazzaneve, tosaerba, macchine agricole, lavatrici, aspirapolvere, tritatutto e lampade elettriche. E’ evidente che l’amministrazione americana consideri i russi come una popolazione allo stadio di semi barbarie da aver bisogno persino dei tostapane (elettrici ovviamente perché quelli locali funzionano a carbone). Immagino che in tutta la Russia saranno sgomenti per la mancanza di tecnologia avanzata cone scaldabagni e ferri da stiro, ma forse no perché gli Usa non producono più nulla di tutto questo e l’insieme di tali elettrodomestici è fabbricato in Cina o in Malesia, Paesi che se ne fregano delle finte sanzioni.
Ecco dunque l’arma segreta della Nato, il tostapane. Questo è ciò che accade quando si è completamente distaccati dalla realtà dell’economia produttiva industriale reale e del (colossale) mercato eurasiatico emergente, i cui dettagli, inclusa forse la nuova valuta di riserva (o paniere di valute) saranno discussi al forum economico internazionale di San Pietroburgo (SPIEF) nel giugno di quest’anno. Se si considera che ci sono più di 80 paesi in fila per entrare a far parte dei BRICS e la SCO sta emergendo come una seria organizzazione di sicurezza, gli Stati Uniti e l’Europa non sono in questo club, si può sentire la disperazione di non essere più necessari e di non essere più in grado di pretendere con la forza militare di essere riconosciuti come indispensabili. Ah ma scordavo di aggiungere che gli Usa in corrispondenza con la caduta di Artemovsk hanno deciso di sbloccare gli F 16 da regalare all’Ucraina. Essi si, benché ormai di vecchia concezione, la faranno vedere ai russi. Cosa possano fare una ventina di F16 che peraltro per decollare hanno bisogno di piste lunge e pulitissime altrimenti si rompe il motore, lo testimonieranno i prossimi mesi (dipend
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