INTRODUZIONE di Francesco Preziuso
In questo week end, a due settimane dalla festività della Santa Pasqua, la nostra rubrica “L’Angolo della Poesia” ha deciso di fregiarsi come sempre della “vena poetica” del poeta rionerese Ernesto Grieco che, in occasione di questo fine settimana, propone un’altra delle sue “perle poetiche” in dialetto rionerese incentrata appunto sul periodo in questione dal titolo “.. Lu fum’ r’ Pasq’.. ” che tradotto in italiano sta a significare “Il fumo di Pasqua”.
In questi espressivi e rievocativi versi poetici in vernacolo rionerese, contenuti all’interno di “.. Lu fum’ r’ Pasq’..”, Grieco narra e fa rivivere le tradizioni e le usanze popolari della Rionero del passato raccontate attraverso vari aneddoti curiosi che un tempo precedevano appunto le due settimane pre-Pasquali.
Nella Rionero di una volta era una consueta habitué per le donne rioneresi aspettare proprio l’avvicinarsi delle festività pasquali per effettuare delle vere e proprie operazioni di pulizia generale di cadenza annuale alle proprie anguste e modeste abitazioni mettendosi freneticamente all’opera sospinte da uno spiccato spirito di operosita’, dedizione, animosita’ e soprattutto di quella immensa armonia che animava la vita della comunità rionerese del passato.
Era una tipica usanza di questo specifico periodo dell’anno, utilizzata soprattutto dalle donne più giovani ed energiche, quella di ripulire tutti gli angoli più disparati delle proprie case per poi disinfettare il tutto attraverso una tipica “pompa a spalla” che, contenendo al suo interno calce diluita sciolta in acqua e filtrata, emanava un denso fumo sanificatore da cui l’autore ha preso saggiamente spunto per il titolo di questa coinvolgente poesia intitolata appunto “.. Lu fum’ r’ Pasq’..”.
Inoltre le donne più anziane, e quindi meno predisposte a questi tipi di lavori impegnativi, pur di rendersi utili e di contribuire in qualche modo alle operazioni di “pulizia generale” delle proprie abitazioni, dopo aver espletato le già sopracitate operazioni di igiene domestico, usavano poi “schizzare” sulle pareti attraverso l’utilizzo di un pennello un po’ di calce come una sorta di rito scaramantico metaforicamente allusivo alla benedizione delle Palme.
Una sorta di vero e proprio rituale della tradizione popolare rionerese che accomunava donne giovani ed anziane affannosamente all’opera per rendere la propria umile dimora più accogliente e vivibile anche e soprattutto in occasione della Domenica delle Palme in cui era viva l’usanza di “accogliere” nelle proprie case il sacerdote della propria Parrocchia di appartenenza rionale per il Sacro rito di Benedizione svolto casa per casa proprio nella Domenica delle Palme.