INTRODUZIONE di Francesco Preziuso
Per questo fine settimana la nostra rubrica L’Angolo della Poesia si fregia ancora una volta della saggia vena poetica del rionerese Ernesto Grieco che, in occasione di questo weekend che coincide con la fine del mese di Aprile e l’arrivo del mese di Maggio, propone una nuova ed originale perla di saggezza poetica in dialetto rionerese che si addice pienamente con il periodo in questione come si evince chiaramente dal titolo “.. I jurn’ r’ la Laurat’ e r’ Pentecost..”.
Attraverso questa interessante ed espressiva poesia in dialetto locale, l’autore Ernesto Grieco, rievoca due antiche tradizioni da sempre di notevole importanza nella cultura popolare rionerese ed entrambe quasi interamente di argomentazione religiosa e che si ripetono annualmente da tempi immemori.
Il poeta Ernesto Grieco attraverso il testo poetico “I Jurn’ r’ la Laurat’ e r’ Pentecost” narra con elevata capacità rievocativa in modo dettagliato ed avvincente ed al tempo stesso con grande trasporto emotivo interiore il periodo successivo alla fine della Santa Pasqua, della Pasquetta e della Quaresima con la Resurrezione di Gesù Cristo che in modo altamente metaforico da il lieto benvenuto all’inizio del periodo liturgico chiamato Pentecoste e con esso all’arrivo delle belle e solari giornate tipiche del Maggio alludendo chiaramente all’arrivo del “Mese Mariano” rappresentato appunto dal mese di Maggio attraverso il racconto delle tradizioni tipiche del passato che caratterizzavano questo periodo dell’anno.
Tradizioni e usanze locali di questo periodo, fortemente sentite nella vita genuina e sana della società rionerese del passato, come l’inizio delle prime scampagnate e i pellegrinaggi devoti svolti a piedi verso il piccolo Santuario della Madonna del Laudato situato nella campagna rionerese ad un paio di chilometri dall’abitato della cittadina fortunatiana.
Proprio la Madonna del Laudato, in questo testo poetico, viene invocata con fede e devozione dall’autore che la descrive nei minimi particolari narrandola, come effettivamente appare agli occhi dei tanti visitatori, racchiusa all’interno di una nicchia rotonda, elevata come su un trono, dimorante all’interno del Santuario protetta dall’ombra di un tiglio secolare ed in attesa di essere onorata dai suoi fedeli pellegrini per otto lunedì di fila assieme a Suo Figlio Gesù Cristo, morto e resuscitato per la salvezza del mondo dopo essersi sobbarcato i peccati dell’umanità.
Inoltre, secondo l’immaginario metaforico esternato dall’autore Ernesto Grieco in questo testo poetico, è come se la Madonna del Laudato stia lì, fino all’ultimo giorno di Pentecoste, a disposizione di quanti vanno a rendergli visita ed onore per ricevere da lei una per pura devozione, per una benedizione o per una Santa protezione.
Una poesia molto intensa e piena di significato che oltre al contenuto prettamente religioso esalta e rievoca le autentiche e originali tradizioni ormai tristemente sopite in questa società contemporanea purtroppo sempre più priva di sani valori.