INTRODUZIONE di Francesco Preziuso

In questo fine settimana la nostra rubrica L’Angolo della Poesia propone una significativa “perla poetica” in dialetto rionerese del poeta nostrano Ernesto Grieco dal titolo “..Funtan’ r’ i murt’..” che, come si evince chiaramente anche dal titolo, è dedicata interamente alla famosa fontana dell’antichissimo Rione dei Morti, animato luogo di ritrovo di lavandaie e semplici cittadini o viaggiatori in cerca di refrigerio nel passato e monumento di notevole bellezza architettonico-storica cittadina nel presente, che assieme ad altre circa 20 fontane e fontanini disseminati nei suggestivi rioni della cosiddetta “Rionero Vecchia” rappresenta un pezzo importante di memoria e identità storica di questa cittadina.
Infatti, il poeta Ernesto Grieco, attraverso il contenuto di questo significativo ed espressivo testo poetico ripercorre e rievoca la storia di questo simbolo monumentale della storia rionerese, chiamato appunto Fontana dei Morti, evidenziandone un particolare di notevole importanza ma che purtroppo è poco noto anche al prepotente ed auto-enfatico senso di sapienza e conoscenza della cosiddetta classe intellettuale rionerese del presente.
Emerge infatti con certezza che nel lontanissimo passato, per l’esattezza verso il XVII° secolo, questa famosa fontana si chiamava “.. Funtan’ r’ i duj frusc’..” che tradotta in italiano sta’ a significare “Fontana dei Due Frusci”.
L’autore, ripercorrendo ed esaltando la grande importanza che la “Fontana dei Morti” ebbe per la collettivita’ nel lontano passato, la descrive nei minimi particolari citandone con mera nostalgia lo sgorgare continuo dell’acqua attraverso i vari canali animato e allietato da un continuo via vai di gente, sia donne che uomini, che si recava in svariate ore della giornata per lavare i panni o per riempire i propri “bottiglioni con cannitto”, tipicamente noti nella tradizione rionerese del passato.
Bottiglioni con cannitto riempiti di quella incontaminata e pura acqua sorgiva che veniva poi bevuta con un senso di grande soddisfazione ed appagamento sinonimo tangibile della grande semplicità che animava la vita nella Rionero del passato.
Era proprio da quei grossi, pesanti e tradizionali “bottiglioni di cannitto” che l’acqua scendeva in modo lento attraversando gorgheggiante la gola del bevitore di turno con più dimestichezza nel maneggiare quel pesante bottiglione mentre, tra coloro che per così dire erano meno esperti nel maneggiare l’enorme oggetto di vetro, l’acqua cadeva in petto dando però, alle due differenti tipologie di utilizzatori del “cannitto” sia esperti e sia meno esperti, un unico e metaforico senso di rinfrescante refrigerio misto ad un’essenza di rinascita e benessere interiore che allietava e rallegrava l’anima di ognuno di loro.
Una poesia di grande interesse ed espressivita’ da cui si denota, oltre all’aspetto prettamente storico-rievocativo, un forte senso di nostalgia da parte dell’autore verso quelle sane tradizioni del passato ormai quasi tristemente sopite in questa società contemporanea sempre più priva di tradizioni e soprattutto di valori sani.
Proprio per tenere vive queste tradizioni rioneresi del passato ed al giusto fine di conservarle e tramandarle anche alle nuove generazioni, il poeta Ernesto Grieco, sarà ospite nella giornata di lunedì 30 maggio degli alunni ed insegnanti del plesso di Scuola Primaria a tempo pieno dell’Istituto Comprensivo ex circolo didattico “Michele Preziuso” di Rionero dove lo stesso Grieco è già stato ospite nelle settimane scorse per presentare il progetto dal tema “Il pianto delle Fontane” che ha suscitato grande interesse tra i giovanissimi alunni della scuola.

Funtan” r” i murt’
Anticament” chiamat’
r” i duj’ frusc’
ch l’acq’ r’ i canal’ tuj’
i chiù ardit’ la v’viv’n ‘ndo’ lu cic’n
a canalicch’j’ a mo’  r ‘  ‘mbrusc’
cumm s’ vev’ a cannitt
ca l’acq” scenn chian’ chian’
facenn fa a lu cannaron’
lu ‘nglicch cumm nu gorghegg
ca jer’ mus’ch r’ scrosc’…
angh’jiv’ l’ar’j’ e faciv’ l’ammir’j’
r” chi  n”nsapiv’ vev’ e…
s’ la faciv’ scenn p’ ‘mbitt
ammuddann’s i pann
facenn fa la ris” a tutt quant’.
S’add’fr’sckav’ bun’ bun’
add’crjann’s pur’ lu sc’ scir’
facenn  nu bell r’spir”.
ca st”acqua toj’ chiù ca i murt’
i viv’ cunzol’…
ca quann sì accalurat’ e tin’
l’arsur’ ra la lengh fin’ a ‘ngann.
Ahjivogl’ a ddi ..ch na bella vepp’t
r”acqua fresc’k  r’ la funtan’  r’  i murt’   e ..  t’ sint” quas’
r”abbuv’sci .
                         Ernesto Grieco

Di BasNews

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