Si fa un gran parlare dei bombardamenti americani in Siria ed Iraq su basi ritenute in qualche modo espressione dell’ Iran: e questo gran parlare è ciò che Washington vuole perché si sappia che Biden tra un pannolone e l’altro vuole vendicare l’attacco a una base Usa in Giordania nella quale ci sono stati tre morti e 30 feriti. Ma si tratta in tutto e per tutto di una commedia. Già sappiamo da notizie sfuggite negli ambienti diplomatici, che tramite l’ambasciata svizzera a Teheran, la Casa Bianca aveva chiesto il permesso all’Iran di compiere un attacco puramente simbolico contro una base di nessuna importanza e già evacuata per mostrare che gli Usa hanno ancora ancora i denti, senza però che nessuno si facesse male davvero e che non ci fosse la possibilità di un conflitto vero e proprio. Ora nessuno dubita che gli Usa non abbiano più i denti, il problema e che non hanno più cervello, non abbastanza comunque da capire che questa proposta sarebbe stata comunque rifiutata. Infatti gli iraniani l’hanno respinta affermando che prendere di mira il proprio territorio è una linea rossa, oltre la quale l’attaccante riceverebbe una risposta adeguata. Il messaggio di Teheran tuttavia sosteneva di non volere una guerra con Washington, anche se avrebbe affrontato con decisione un qualsiasi attacco americano.
E’ probabile che si sia arrivati a un compromesso che permette a Joe Biden di autorizzare attacchi che vengono presentati come una massiccia ritorsione E tutti ovviamente tutti a crederci, ma quanto so’ belli, ma quanto so’ forti sti americani. Peccato che le basi obiettivo di queste aggressioni sapevano da giorni cosa sarebbe accaduto e hanno adottato misura evasive: i missili anche colpito impianti militari deserti. Biden ha messo in piedi questa farsa per puro vantaggio politico, per cercare di calmare il coro dei membri del Congresso e soprattutto della parte neoconservatrice che chiedevano un’azione. Così può presentare al pubblico americano come un uomo d’azione. Allo stesso tempo sembra che Biden e la sua squadra abbiano saggiamente deciso di evitare di qualsiasi danno e qualsiasi vittima di questi colpi dimostrativi; un attacco vero agli interessi iraniani provocherebbe significative ritorsioni da parte di Teheran e trascinerebbe gli Stati Uniti di fronte al dilemma di lanciare una nuova guerra in Medio Oriente durante un anno elettorale. C’è anche da giurare che il generale statunitense presso la CAOC si sarò attaccato al telefono con le controparti russe per assicurarsi che non vi sia alcuna possibilità di scontro tra le risorse aeree di Mosca e quelle statunitensi. Quindi, deja vu ancora una volta.
Proprio come per i bombardamenti degli Stati Uniti e del Regno Unito sullo Yemen, si tratta di rumore e furia che non significano nulla, che sono fine a se stessi . Non miglioreranno di certo le declinanti fortune strategiche degli Stati Uniti in Medio Oriente, anzi finiranno per peggiorarle perché la frustrazione per gli attacchi missilistici lanciati alla cieca e la constatazione che le compagnie di navigazione non si fidano affatto della copertura navale degli Usa e dei suoi servi, spinge adesso queste canaglie a bombardamenti sui centri abitati tanto per non perdere l’abitudine a fare vittime civili.
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