Stefano Zecchinelli
Contrariamente a ciò che pensa la comunità degli Alt Media, speculari al giornalismo lubrificato della corporazione giornalistica, Donald Trump non persegue la pacificazione in Ucraina e Medio Oriente, ma vorrebbe accordarsi con le borghesie russa ed iraniana per sostituire la sudditanza militare con quella economica. La dollarizzazione dell’economia porterà ad una nuova catastrofe globale, con un due ipotetici effetti: (1) all’esterno del mondo globalizzato, potrebbero riformarsi nuovi Partiti socialisti e comunisti sul modello di quello cinese, ma (2) nell’Occidente la transizione ad una nuova Architettura di potere rischierebbe di diventare un processo irreversibile. La “sinistra imperiale” non è un Cavallo di Troia nel “campo progressista”, ma svela la natura della sinistra capitalista: un orientamento strategico del Global-fascismo del Pentagono e dell’élite transumanista di Davos. La lobby progressista è di fatto organica alla svolta autoritaria interna di Trump, mentre Trump dichiara guerra a Yemen e Palestina utilizzando gli apparati d’intelligence “dem”; l’organicità della “sinistra invertebrata” alla lobby della destra israeliana svela la debolezza dell’antifascismo tradizionale, incapace di cogliere la centralità della lotta antimperialista. L’antifascismo senza antimperialismo, ovvero la lotta di classe globalizzata contro gli Stati Uniti d’America, è l’ennesimo orientamento strategico del capitalismo parassitario occidentale.
Leggiamo il giornalista radicale-democratico Marco Travaglio:
“Prima che l’ennesimo euro-scandalo – gli incontri della lobby israeliana di estrema destra Idsf, mai registrata né autorizzata, con 19 eurodeputati, fra cui la pidina Pina Picierno – diventi la solita disputa burocratica su regole e regolette, è bene andare alla sostanza. Se la vestale del renzismo, del bellicismo e dell’atlantismo (ma solo, coerentemente, fino all’elezione di Trump), riceve i capi dell’Israel Defense and Security Forum con tanto di foto opportunity nel Parlamento europeo di cui è una dei 14 vicepresidenti, il problema politico non è se e come abbia registrato gli incontri. Né che siano avvenuti. Chi mai dovrebbe incontrare quella congrega di fanatici estremisti che teorizzano la colonizzazione illegale della Cisgiordania e reclutano mercenari per le guerre di Israele, se non la Picierno, che in quest’anno e mezzo, col giochino “E allora il 7 ottobre?”, è riuscita a non condannare mai nettamente ed esplicitamente il governo Netanyahu per lo sterminio di 50 mila (almeno) palestinesi a Gaza e a tacciare di antisemita filo-Hamas chiunque lo chiamasse col suo nome? Il problema politico è cosa ci faccia questa signora nel Pd. O, in alternativa, quale credibilità abbia il Pd quando tuona (di rado) o pigola (spesso) contro i crimini di Netanyahu&C. se poi si tiene le Picierno e altri sedicenti “riformisti” per mancanza di riforme. Un altro frequentatore dell’allegra brigata israeliana è il lituano Andrius Kubilius, commissario Ue per la Difesa, e anche lì nessuno stupore: è un altro tifoso del riarmo e non poteva non empatizzare. Ma almeno sta in un partito di destra catto-nazionalista. Non in uno di presunta “sinistra”.” 1
Colonizzata dall’ideologia di George Soros sulle “società aperte”, un rilancio della dottrina suprematista di Karl Popper, la sinistra antifascista, ma non antimperialista, è stata compartecipe della distruzione di parte del pianeta: in nome dell’antifascismo liberale, Paesi indipendenti come la Serbia socialista di Milosevic, la Libia popolare di Gheddafi ed i governi baathisti iracheno e siriano, sono stati distrutti dai suprematisti occidentali. In Ucraina, gli ANTIFA sono diventati il megafono d’una “banda di drogati e neonazisti”, mentre nel Nord Est della Siria hanno fatto passare l’alleanza dei separatisti curdi con USA ed Al Qaeda per “socialismo libertario”. Allo stato attuale delle cose il PKK/YPG rifornisce di terroristi, che la CIA chiama “combattenti per la libertà”, il Battaglione Azov nella bislacca controrivoluzione preventiva nei territori russofoni. L’unico antifascismo reale è quello dei guerriglieri russofoni del Donbass e delle milizie baathiste siriane, due guerriglie rivoluzionarie che stanno difendendo la vita delle popolazioni russofone nella Nuova Russia ed alawita in Siria.
Il legame del centro-sinistra imperialista col “terrorismo impunito” israeliano disvela la natura dell’antifascismo coi tacchi a spillo: un Cavallo di Troia della Nato e del Sionismo. L’entità sionista sta cercando di completare la pulizia etnica della Palestina, nonostante ciò la “sinistra neoliberale” svolge una funzione di depistaggio ideologico per conto della lobby sionista, diventando un ingranaggio vitale nel funzionamento del deep state, una sorta di “stato nello stato” contro il mondo del lavoro. Ispirandosi all’ideologia degli “anti-tedeschi”, gruppi anarcoidi che per decenni hanno celebrato i bombardamenti USA di Dresda, la “sinistra neoliberale” considera l’idea stessa di Nazione una soprastruttura totalitaria, aderendo (di fatto) alla dottrina neocons della “guerra eterna”. Anarchici e neoconservatori hanno un obiettivo comune: distruggere il concetto di Patria e l’idea stessa di Civiltà nati con la Rivoluzione francese. Israele uccide senza pietà, non è uno “Stato nazionale”, ma dev’essere definita “entità illegittima”, ciononostante la lobby progressista demonizza la Resistenza palestinese adottando lo stesso linguaggio suprematista del “giornalismo di regime”. Se Israele è uno “Stato pazzo” (per dirla con lo storico Norman G. Finkelstein) e Netanyahu un “serial killer”, la “sinistra” anglofila ne è complice.
La “sinistra neoliberale” ha appoggiato, al 100%, l’anarco-capitalismo di Trump diventando un pupazzo della Silicon Valley. Leggiamo, sulla testata marxista World Socialist Web Site (WSWS), il giornalista Patrick Martin:
“Quando Trump e i suoi alleati fascisti procedono a distruggere programmi sociali vitali come la previdenza sociale, Medicare, Medicaid e i buoni pasto, da cui dipendono centinaia di milioni di persone, i democratici affermano di essere impotenti a fermarlo. Quindi il leader della minoranza al Senato Chuck Schumer esprime il voto critico per mantenere finanziata l’amministrazione Trump-Musk per altri sei mesi.
Ma quando viene data l’opportunità di attaccare Trump da destra, i democratici colgono l’occasione. Deplorano l’incompetenza di coloro che Trump ha nominato ai vertici dell’apparato di sicurezza nazionale degli Stati Uniti e chiedono che venga liberata tutta la potenza della macchina di guerra, spionaggio e provocazione degli Stati Uniti.” 1
Organica ideologicamente all’anglobalizzazione, la sinistra europea ha adottato l’etnopolitica sovrapponendola alla conflittualità fra blocchi sociali: incapace di combattere il capitalismo, l’ideologia femminista ha cestinato il conflitto di classe proclamando, su basi mendaci, la centralità di quello di genere; un approccio politico bislacco che occulta ingiustizie sociali atroci come le morti bianche, una calamità sociale che colpisce soprattutto operai di sesso maschile. La “sinistra ZTL” e la destra aziendale condividono il medesimo approccio neo-aristocratico nei confronti della marginalità sociale, una sorta di suprematismo cerebrale tipico della totalitaria società anglosassone. Il sionismo, in una prospettiva politica e culturale, è il grande colonizzatore del campo progressista, totalmente inservibile al mondo del lavoro.
Lenin c’ha insegnato che, nelle diverse congiunture storiche, il compito dei marxisti è quello d’individuale il nemico principale; in questo momento, la “sinistra ZTL”, piede di porco dei neoconservatori USA, è nemica dell’idea stessa di Civiltà.
https://www.wsws.org/es/articles/2025/03/28/pers-m28.html
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