L’informazione occidentale non fornisce notizie sul Forum economico internazionale di San Pietroburgo al quale partecipano decine e decine di nazioni che rappresentano la maggioranza economica e demografica del pianeta e non esclusivamente i soliti noti, ma questa volta si è persa davvero i fuochi artificiali perché sono avvenute alcune cose di non poco conto. La prima è che Putin dichiarandosi per la pace ha accusato l’occidente di non voler sedersi al tavolo delle trattative sottolineando alcuni punti chiave tra cui le circostanze del ritiro delle truppe russe dalla zona di Kiev: Putin ha mostrato per la prima volta il documento di accordo siglato dal negoziatore ucraino nell’aprile del 202 e ha spiegato che in segno di buona fede la Russia ha ritirato i suoi carri armati schierati al confine settentrionale di Kiev ad aprile. Questo smaschera la menzogna secondo cui gli ucraini “hanno costretto” i russi a ritirarsi. No. I russi hanno ritirato i loro carri armati come parte del previsto accordo di pace. Quell’accordo è stato sabotato dall’inter2vento occidentale: Zelensky è stato costretto a fare marcia indietro. Putin di solito così misurato non ha resistito a inviare agli “amici” americani l’equivalente di un vaffanculo.
Insomma è stata svelata in maniera così evidente la volontà della Nato di continuare a tutti i costi la guerra che i delegati delle nazioni africane presenti al forum e interessate alla pace hanno rifiutato di allinearsi alla Nato nelle sanzioni e nella condanna della Russia. E di certo non ci si può più illudere che il conflitto sia o rimanga localizzato: il portavoce di Putin al Cremlino, Peskov, ha chiarito questo punto con una succinta dichiarazione:” la guerra tra la Federazione Russa e l’Occidente è effettivamente iniziata.” Ma l’elemento che segnala questo passaggio storico sono le bandiere che sventolavano attorno al palazzo del forum: in fila su tre enormi pennoni si vedevano prima la bandiera zarista, quella dell’Unione sovietica e quella attuale a sottolineare che la storia della Russia è ininterrotta e lo è sempre stata, nonostante tutti i tentativi di disgregarla: è la storia del popolo russo in generale e si estende dai tempi antichi agli zar, al socialismo reale, fino ad oggi.
L’immagine di apertura testimonia di un destino storico che scende in campo. E del resto il caos totale che regna tra l’esercito ucraino impegnato in attacchi suicidi con la perdita di migliaia di vite senza ottenere nulla se non qualche metro di terreno nella zona grigia, prefigura l’esaurimento dei reparti e delle riserve. Quando queste ultime saranno brucite e l’Ucraina non avrà più uomini da gettare nella mischia nonostante il parossistico sistema di reclutamento che peraltro comincia a incontrare serie resistenze A quel punto una nato comunque umiliata Nato dovrà decidere se mollare l’osso o risolversi a entrare direttamente in campo: però sotto un unica bandiera, quella a stelle e strisce, che offende la storia stessa dell’Europa.
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