In Basilicata, della cosiddetta Rete Oncologica se ne parla fin dagli albori dell’istituzione del Crob, diversi sono stati gli atti prodotti nel corso degli anni, senza sortire gli effetti auspicati nell’interesse dei pazienti. E’ prevalsa la miopia di una classe politica poco avveduta, l’egoismo ed il condizionamento di professionisti poco lungimiranti, in un intreccio fra interessi economici ed elettoralistici e lotte di campanile, snobbando o mal interpretando le stesse linee guida in materia di istituzioni delle Reti Oncologiche Regionali emanate a livello centrale. Tutto si è mosso per depauperare l’Irccs-Crob più che implementare attraverso la Rete la sua funzione di Centro di Riferimento e rafforzare il suo ruolo finalizzato alla prevenzione, alla cura e alla ricerca scientifica in campo oncologico. Un ruolo ambizioso ed una missione prestigiosa assegnata dal P.S.R. del 1987 e dalla L.R. n.13 del maggio 1989, che vide non poche resistenze in una parte del corpo politico e sanitario propendente all’accentramento deleterio nella Città Capoluogo di Regione prima e in quella capoluogo di Provincia del materano poi, in una sorta di dualismo di potere che mal si concilia con l’interesse reale di chi soffre. Purtroppo, gli atti che si continuano a produrre ed il dibattito che si è aperto in questo scorcio di anno non lasciano intravedere inversioni di tendenza, ne è la riprova la delibera di G.R. n. 14 del 3 marzo u.s. che istituisce la R.O.B., duramente criticata dal “Gruppo di Attenzione Vulture Melfese Alto Bradano” con una lettera del 9 aprile u.s., indirizzata al Presidente della Regione V. Bardi, seguita da un ulteriore approfondimento a mezzo stampa in data 24 aprile, nel quale, fra l’altro, si minaccia la mobilitazione se la delibera non venga revocata. Ma già il 19 marzo, su una angolazione opposta si pronunciò a mezzo stampa il Dott. Domenico Bilancia, Direttore dell’Unità complessa di Oncologia del San Carlo di Potenza, ammonendo che: – “la Rete Oncologica non si istituisce con una delibera” – poi lancia alcune stilettate all’indirizzo della politica. Lo fa in una intervista per esaltare l’ottenimento della certificazione Uni Iso 9001 del Percorso Terapeutico Assistenziale (Pdta) del paziente con carcinoma alla prostata e l’istituzione al S. Carlo di Potenza di un Team multidisciplinare per l’apporto più efficace alla cura della malattia. “Aver lasciato la riorganizzazione del sistema oncologico regionale alla politica – dice – non ha sortito alcun effetto benefico, tant’è che vi sono state delle battute d’arresto significative”. Proseguendo, afferma – “l’obiettivo non può essere rappresentato dalla sola necessità di abbattere in termini percentuali la mobilità extraregionale. Ed è altrettanto chiaro che partire dalla necessità di istituire un nucleo dal quale far dipendere l’oncologia in Basilicata, che in questo caso, come noto, è stato individuato nel Crob di Rionero, non è la scelta vincente. Non è in questo modo – continua – che si costruisce la Rete Oncologica il cui interscambio viene in tal caso mortificato”. Un affronto del tutto evidente al ruolo spettante al Crob, purtroppo, i detrattori, vecchi e nuovi, soprattutto in questa fase di difficoltà del Crob di riaffermarsi come Istituto di Ricerca, sembra che godano, anziché reagire sinergicamente per superare gli ostacoli. Un altro esempio?, le bordate inferte all’indirizzo dell’Irccs-Crob dall’ex Direttore del Dipartimento di Chirurgia senologica e plastica del S. Carlo, Enrico Mazzeo Cicchetti, il quale, in una sua intervista il 12.5 u.s., afferma – “la Rete oncologica non dice nulla, è priva di contenuti e lascia margini di azione alla politica, come per i Piani sanitari. La ricerca all’Irccs non esiste, pare non vi sia mai stato un interesse chiaro della Regione, il riconoscimento scientifico – sostiene – messo in salvo dall’influenza, a livello centrale, dei parlamentari, dei sottosegretari e dei ministri lucani – rincara – le valutazioni eseguite dalle commissioni hanno da sempre tenuto conto di indicazioni politiche che hanno sovrastato quelle tecniche”. Affermazioni gravissime, stilettate a tutto campo continuano ad essere inferte al cuore dell’Irccs-Crob, ma, la reazione da parte dei dirigenti e dei professionisti dell’Irccs-Crob stenta a farsi sentire, è ora che sprigionino il loro senso di appartenenza, per confutare tale opinione, dal mio punto di vista prive di fondamenta, lesive dell’immagine di una struttura considerata il fiore all’occhiello e l’eccellenza della sanità lucana. Battesse un colpo, si pronunci anche chi è stato chiamato in causa dal “Professor” Dott. Cicchetti, per la loro azione fraudolenta atta a favorire il riconoscimento dell’Irccs. Tacere, significa acconsentire.
Gennaro Giansanti – Ex dipendente Irccs-Crob