Quist’j’ s’ n’hanna scì”.


S’ntit’ Arn’uris’!
s’ vulit’ ben’ a stu paes’
aprit’ g’ucch’j:
Quist’j’ s’n’hanna scì.
So’ quasi quarant’ann’
ca hann p’gliat’ tutt’ a f’ssari’j
E hann arr’ddutt’ stu paes’
A poch chiù r’ na massari’j.


Ernesto Grieco – Centro Studi Leone XIII

Ernesto Grieco è poeta dialettale. Non che egli non abbia scritto o disdegni la lingua italiana in versi od in prosa anche con buoni risultati conseguiti in più lavori. Ma il nome di Ernesto Grieco, più che parrucchiere, più che commerciante, più che autore di racconti in lingua italiana, è legato al dialetto entro il quale meglio si esalta. Perché il dialetto è fatto così, spesso non riesci a tradurlo mai abbastanza correttamente nella sua straordinaria portata semantica, ogni termine dialettale racconta un mondo interiore, una religione, uno spirito, il sentire più interno. Il dialetto è musica. Qui Ernesto riesce bene, molti di noi gli sono debitori. Il dialetto è ciò che il popolo sente. E col dialetto lui comunica più cose, anche ciò che il popolo rionerese più sente in questi giorni.


Pasquale Tucciariello

Di BasNews

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