Dopo la schiacciante vittoria in Iowa, Trump è quasi automaticamente il nuovo presidente Usa. E magari anche l’ultimo. L’uomo arancione come è chiamato Donald, non ha più rivali dentro il partito repubblicano, mentre i democratici non hanno nemmeno un personaggio minimamente credibile da mettere in campo contro di lui. Rimane il vecchio Biden, ma chi mai vorrebbe votare per un cadavere ambulante che ormai vaneggia ogni volta che dice qualcosa in pubblico e a cui chiudono il microfono per non far sentire al popolo americano il passo lento e sgangherato dell’Alzheimer? E tuttavia il sinedrio di globalisti a maggioranza ebraica che detengono il potere effettivo, lo stesso che ha cacciato l’America nel triste appoggio alla pulizia etnica di Gaza, non possono permettersi quattro anni di Trump non perché l’uomo sia particolarmente acuto o possa cambiare più di tanto i destini di un impero in declino, men che meno perché che possa rivelarsi salvifico per un occidente in coma, ma perché senza tutto il potere i neocon sono fottuti. Che ne sarà della dittatura sanitaria da far passare attraverso l’Oms, che ne sarà del catastrofismo climatico propagandato ancora una volta da un mefitico organismo collegato all’Onu e al Wef o della narrazione dell’intelligenza artificiale? Insomma gli strumenti di ingegneria sociale così a lungo e attentamente costruiti verrebbero messi in crisi. Non si deve pensare che si tratti di questioni secondarie e men che meno da complottisti – la categoria che ormai designa quelli che fanno domande a cui non si può rispondere – perché i democratici hanno rinunciato a una concreta possibilità di vittoria facendo fuori Robert Kennedy jr per la sua battaglia contro i vaccini. No quelli e la paura della peste non si possono cancellare, sono parte del programma politico, per così dire, che si vuole imporre.
Dunque Trump non deve diventare presidente. Ma come fare visto che le imboscate giudiziarie sono fallite una dopo l’altra e che il personaggio sarà certamente il prossimo contendente alla Casa Bianca? Un sistema sarebbe il metodo classico dell’attentato, ma questo fatto sarebbe così drammatico da suscitare probabilmente una reazione popolare radicale e imprevedibile: dunque o si riesce a farlo passare con certezza assoluta come un incidente, oppure bisogna rinunciare. Certo si potrebbe pensare a un broglio elettorale in grande stile servendosi del voto postale e telematico che può essere facilmente e alterabile come abbiamo visto quattro anni fa. Però con tutta probabilità, anzi con certezza, in questa occasione il divario sarebbe troppo grande per poter essere colmato in questo modo. A meno che… a meno che non ci sia una nuova malattia X, quella di cui si discute proprio in questi giorni, che costringa praticamente gran parte della popolazione a votare a distanza e sia perciò possibile una massiccia alterazione dei risultati. C’è da scoprire quante persone non riusciranno a capire che annunciare una pandemia di cui non si conosce l’agente, ma per la quale già si studia il vaccino, è un non senso una presa per i fondelli.
Con la diffusione del nuovo virus e l’abbondante propaganda, nonché con la comparsa di focolai in tutto il territorio si potrebbero realizzare due cose importanti. In primo luogo, si fornirebbe la giustificazione per gettare al vento la prudenza e riavviare la stampa del dollaro, mettendo in circolazione decine, poi centinaia, poi trilioni di dollari di “helicopter money”, inondando l’economia della valuta digitale libera, anche se sempre più senza valore, mascherando il collasso finanziario ed economico in corso fino a dopo le elezioni di novembre. In secondo luogo, andrebbe ripristinata la chiusura delle scuole e il lavoro da casa, il che aprirebbe la strada al voto elettronico tramite smartphone: nel mezzo di una pandemia, sarebbe imperdonabile consentire a chiunque di votare di persona. Nella questione potrebbe entrare anche la cosiddetta intelligenza artificiale inserita nei server che raccolgono i voti operando una conversione apparentemente casuale da voti di Trump in voti di Biden abbastanza spesso da garantire brogli che non lascino alcuna traccia di controllo verificabile. E non basta perché il voto telematico permette anche altri tipi di manipolazione: per esempio chiunque abbia un indirizzo IP statunitense dovrebbe poter votare, indipendentemente dalla propria cittadinanza, questa è comunque la tendenza. Per giunta qualsiasi straniero abbastanza intelligente da falsificare un indirizzo IP americano utilizzando una VPN dovrebbe essere autorizzato a votare, essendo a questo punto molto più intelligente dell’elettore americano medio.
fonte: