La decisione della Lituania di abbattere i monumenti che celebrano la vittoria sul nazismo e di discriminare la minoranza russa ha suscitato indignazione per questo trionfo del nazismo interiore che finalmente può venire allo scoperto senza dover più conservare la finzione democratica e qualcuno si è ingenuamente domandato dove sia l’Europa, perché se ne sta zitta. E invece ciò che rimane dell’Europa è proprio lì nella piccola e miserabile Lituania che ne rappresenta a pieno sia l’animus. sia il destino: l’Europa non parla perché riconosce se stessa, perché ha già di fatto discriminato i russi, perché ha già cancellato l’apporto decisivo dell’Unione Sovietica alla lotta contro il nazifascismo, perché in effetti si sta suicidando economicamente per difendere un regime di ispirazione nazista con la stessa tracotanza dei deboli con cui la Lituania tenta di colpire Mosca in qualche modo, dopo che il suo progetto di vietare i trasporti terrestri tra la Russia e l’enclave di Kalinigrad è fallita perché così contraria a tutti i trattati internazionali che avrebbe potuto permettere un intervento militare pienamente legittimo.
Ho detto lo stesso destino perché la Lituania è un tipico esempio di crescita illusoria e di disastro reale. Assieme agli altri due Paesi baltici era destinata – secondo le cronache economiche, le previsioni di Goldman Sachs e la certezza ideologica derivante dalla caduta dell’Urss- ad una crescita rapida e inarrestabile su livelli dal 6 all’ 8 per cento annuo. E in effetti queste erano le cifre negli anni immediatamente successivi al ‘2000 e per pochi anni dopo il 2004, data del suo ingresso nella Ue. Poi la crescita del Pil che come indicatore economico è non solo ingannevole, ma anche facilmente manipolabile, ha rallentato e la crisi del 2008 ha visto arretramenti anche del 15 per cento annuo. La “tigre del baltico”, come era stata denominata, è entrata in una spirale di stagnazione reale, non senza l’inizio di proteste represse dalla polizia con proiettili di gomma. . Del resto chi poteva ( e come si può credere oggi) a tutte le suggestioni che il mondo neoliberista realizzava come in un ologramma, se dal giorno dell’indipendenza la popolazione si è dimezzata? La crescita è dovuta solo ad attività finanziarie e speculative marginali nel mondo occidentale, quasi sempre condotte da americani, britannici e scandinavi. in realtà la Lituania, separata dal “continente” russo e ostile ad esso anche in maniera sfacciata, è un Paese del tutto privo di senso, è come se il principato di Monaco fosse ostile alla Francia da cui però importa quasi tutto il fabbisogno energetico sia sotto forma di gas per l’unica centrale del Paese, sia sotto forma diretta di energia elettrica. La cosa francamente risibile è che la Lituania in ossequio alle politiche imposte dalla Ue ha chiuso l’unica centrale nucleare del Paese che praticamente produceva l’80 per cento dell’energia necessaria e adesso arranca in mezzo a chiacchiere patinate e a rutilanti progetti di centrali eoliche in mare sebbene il vento scarseggi e alle esigue possibilità del solare in un Paese così a nord e così caliginoso per cui da ottobre a marzo vedere il sole è un avvenimento. Tutto comunque viene da fuori sotto forma di progetti fatti altrove e imposti localmente a un governo che non sembra avere voce in capitolo. che accetta ogni idiozia.
Tutto questo non è altro che la miniatura dell’Europa presente e futura completamente in balia di potentati finanziari, spinta da Washington a rinnegare qualsiasi contatto con la Russia, anche se l’economia della Ue non ha senso senza il suo retroterra continentale. Per il resto da anni ormai l’apporto dell’Urss contro il nazismo è stato di fatto cancellato e ci si dedica a sciocchi riti americaneggianti. Altro che rimproverare la Lituania, essa non è che il nostro ritratto e siccome esso è così piccolo da stare tutto nello specchio si possono vedere meglio le deformazione e le mostruosità che a scala più grande sfuggono, visto che lo sguardo si perde in particolari di poco senso. La cosa curiosa è che il pasticcio lituano arriva proprio quando il potere a cui questo Paese si è venduto e svenduto, comincia a crollare perché il mondo va a d est, non più ad ovest, ma la stessa cosa si piò dire dell’Europa intera che sta consumando se stessa nel momento in cui il padrone comincia a perdere potere. Del resto è stato proprio Macron a squadernare questa prospettiva di fronte ai francesi dicendo: ” è finito il tempo dell’abbondanza” come se essa fosse qualcosa di completamente estraneo alle scelte che si fanno. Si il tempo dell’abbondanza è finito perché avete consegnato altrove il futuro del continente, così come la Lituania è stata consegnata a baby pescecani anglofoni che hanno venduto a caro prezzo le loro bolle di sapone.