Michelangelo Severgnini
1 marzo 2022: senato: 244 voti a favore, 13 contrari, 3 astenuti
17 marzo 2022: camera: 367 voti a favore, 25 contrari, 5 astenuti
10 gennaio 2023: senato: 125 voti a favore, 28 contrari e 2 astenuti
23 gennaio 2023: camera: 215 voti a favore e 46 contrari
Questi gli esiti delle votazioni al parlamento italiano per l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’esercito ucraino al fine di combattere l’invasione russa.
Eppure la maggioranza degli Italiani è contraria all’invio di armi in Ucraina.
L’intero emiciclo, destra e sinistra, salvo intermittenze indolori, usa il mandato elettorale contro la manifesta volontà popolare.
Siamo in un paradosso: tutti affermano di volere la pace, ma tutti offrono soluzioni contrarie.
Chi pensa che la pace si possa ottenere con una vittoria sul campo, va precisato, non chiede però la pace, chiede la resa incondizionata del nemico.
Ma la resa del nemico è un’idea bugiarda, perché non è tra le opzioni.
Perché la resa incondizionata del nemico si può ottenere solo attraverso una vittoria sul campo. Tutto ciò significa una terza guerra mondiale, nella quale non ci saranno né vinti né vincitori, ma solamente la desertificazione nucleare.
Per questo motivo non esistono alternative alla trattativa.
In questo scenario il ruolo dell’Italia è molto più importante di quanto non venga dichiarato.
Fermare l’invio di armi da parte del nostro paese creerà le condizioni per fermare gli ingranaggi di questa spirale di distruzione.
Siamo noi, ognuno di noi, ogni singolo cittadino del nostro paese, che possiamo scrivere questa storia, la storia di quest’epoca.
Ciascuno di noi, con il nostro volto, con la nostra firma, può dire NO all’invio di armi.
Recati presso i banchetti della tua città, apponi una firma, contatta i comitati referendari, mettiti in gioco.
A partire dal 22 aprile 2023: la guerra si ferma con una firma!
P.S. QUI TUTTE LE INFO PER LE FIRME ONLINE!
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