Prima che sia troppo tardi non bisogna solo indignarsi, bisogna reagire con determinazione
A seguito del pronunciamento della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sull’eccidio delle Fosse Ardeatine, le polemiche ancora non si placano. Secondo la Meloni, le persone incappate furono vittime solo perché italiani, omettendo i fatti storici che registrano, invece, che la rappresaglia fu intenzionalmente contro le 335 persone, fra Ebrei, partigiani e antifascisti. Uno “scivolone” tendente ad un intollerabile revisionismo, che seguì in maniera maldestra, dopo circa una settimana, l’altro del Presidente del Senato Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato, che definì i fatti di Via Rasella a Roma una delle pagine meno gloriose della Resistenza, che “uccise una banda musicale di semi pensionati” e non di nazisti delle SS, descrivendo così, in maniera burlesca un serio attacco partigiano a cui i tedeschi reagirono con l’eccidio delle forze ardeatine. Ciò, per dire sostanzialmente, che a provocare la rappresaglia furono i partigiani. Su tali ignobili esternazioni sono intervenute prontamente le forze di opposizione, ed in primis l’ANPI con un intervento del suo Presidente Nazionale Gianfranco Pagliarulo, animando il dibattito politico sui media e sui social, dove l’indignazione non si è fatta attendere e sostanzialmente i pronunciamenti hanno gridato alla vergogna con richieste di dimissioni, che non saranno mai prese in considerazione da chi ritiene di essere legittimato dal voto popolare, anche se dimezzato e non rappresentativo della maggioranza degl’italiani. Dal mio punto di vista, loro, i neofascisti non hanno motivo di vergognarsi per le loro ignobili esternazioni, sono tornati al Governo del Paese esattamente dopo un secolo dalla marcia su Roma e dopo 77 anni dalla loro sconfitta. Senza aver mai cessato di mettere in campo azioni per una loro rivincita, anche con metodi non sempre leciti, (vedi i tanti tentativi di colpo di Stato falliti, la strategia della tensione e le stragi dell’eversione nera o pseudo rossa, fomentando teorie sugli opposti estremismi. Ma, senza mai trascurare l’utilizzo delle Istituzioni democratiche, operando spesso insieme ai traditori della resistenza. (vedi programma L. Gelli P2) Gran parte attuato nel corso dei governi di Centro Destra e non solo, per ribaltare gradualmente la Costituzione attraverso un processo di fascistizzazione dello Stato. Oggi al Governo, il loro tentativo è, fra l’altro, l’introduzione di un processo di revisione storica e culturale e spianare la strada ad un sistema neo autoritario di tipo presidenzialista, con l’idea dell’uomo solo al comando. Costoro, hanno giurato “fedeltà” alla Costituzione solo per opportunismo, una scelta tattica, per meglio praticare il loro programma di rivincita, per la sconfitta subita nel 1945 con la vittoria della resistenza partigiana ed antifascista. La dimostrazione sta nel loro modo di agire, nell’arroganza di governare e nelle scelte fin qui operate, accentuando le disuguaglianze, le discriminazioni e limitando i diritti civili. Il fatto più grave è di trovarsi a governare in una Repubblica Antifascista, senza aver mai preso le distanze da quel tragico ventennio fascista e quindi dalla loro matrice. Ora non basta solo indignarsi per le loro ignobili esternazioni, è necessario che l’ANPI, le forze di sinistra, progressiste ed antifasciste, facciano sentire unanime il loro dissenso, ma soprattutto la loro unità e la loro forza organizzata, per contrastare ogni tentativo di ritorno al passato sotto nuove forme, ma altrettanto pericolose per le sorti del Paese. Il 25 Aprile è alle porte! Il segnale dovrà essere forte e gridare a squarciagola che l’Italia è, e rimarrà una Repubblica Parlamentare, libera, democratica ed antifascista e non tornerà indietro. Sarebbe opportuno, che difronte alle sciagurate esternazioni della Presidente del Consiglio G. Meloni, e della seconda carica dello Stato I. La Russa, anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella, in qualità di custode della Costituzione, faccia sentire con più rigore la propria voce e smascherare ogni tentativo di revisionismo storico. Ora e sempre Resistenza.
Gennaro Giansanti
già Assessore alla Provincia di Potenza