Il parlamento ucraino con una maggioranza molto risicata ha di fatto mantenuto Zelensky al potere bocciando una risoluzione che chiedeva le elezioni. Questo risultato è stato ottenuto grazie a una strenua campagna dell’Ue con alla testa la von der Leyen che così si è assicurata la continuazione della guerra, dal momento che una pace non si può firmare con presidente e parlamento scaduti. Così non sorprenderà che al Consiglio di sicurezza dell’Onu sia passata una risoluzione sulla richiesta di pace immediata in Ucraina che ha visto la Russia e gli Usa votare assieme, mentre gli europei si sono astenuti. La cosa sorprendente, come ho scritto anche a qualche interlocutore, è che per decenni, anzi per oltre settant’anni gli europei hanno fatto tutte le guerre che l’egemone ha imposto, pur farfugliando di pace. E per una volta che gli Usa ne vogliono terminare una, anche per nascondere la sconfitta che hanno subito, ecco che essi si ribellano a una possibile fine del conflitto.

Anzi di più: la Merkel ci ha spiegato benissimo come si sia cercato con successo di ingannare la Russia con i trattati di Minsk, i quali sono serviti per guadagnare tempo e armare l’Ucraina dove nel frattempo si facevano leggi gravemente discriminatorie nei confronti della popolazione russofona che non avevano nulla da invidiare a quelle delle leggi fasciste sulla razza. Non hanno fatto scandalo perché bisogna dire, per amore della verità, che in alcune nazioni europee, Germania, Gran Bretagna e Francia in primis, sempre sconfitte dalla Russia, c’è un radicato pregiudizio antirusso, a volte anche di carattere razziale (la nota inferiorità degli Slavi predicata nell’area tedesca già a partire dall’800) il quale, successivamente, si è esteso come pregiudizio anti comunista e ha continuato a fermentare anche dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica nei ceti medio e alto borghesi. In Usa questa confusione è stata massicciamente sfruttata per fare campagne russofobe, ma anche da noi la censura subito attuata sulla cultura russa, testimonia che la questione è radicata nel sublimine e anche le più assurde manifestazioni di odio vi si accomodano senza obiezioni. Così paradossalmente la Ue che si propone, in virtù della sua cultura neoliberista, come strumento per sostituire la sovranità dei Paesi che ne fanno parte, riesce ad essere vittima proprio delle peggiori suggestioni ereditate dal nazionalismo il quale oggi viene riciclato come europeo. Ma questo di certo non ne cambia la natura.

È pur vero che la Ue non sopporta di essere esclusa dalle trattative di pace in un conflitto che ha così diligentemente preparato e al quale ha sacrificato gran parte della propria economia; è anche vero che le oligarchie continentali che burattinano il milieu politico, non si arrendono al fallimento del globalismo che oltretutto mette fortemente a rischio l’opera di decenni nel costruire un’Unione a loro immagine e somiglianza, priva di qualunque connotato di emancipazione sociale. Ma al fondo l’assurdo tentativo di continuare a tutti i costi la guerra, affonda le sue radici nel passato. E non a caso l’argomento principale scelto dai giullari che dovrebbero fare informazione è il pericolo che la Russia voglia avanzare oltre l’Ucraina. Chiaramente si tratta di un assurdo, di una sciocchezza che non ha capo né coda, tuttavia in filigrana mostra le vecchie paure, i cosacchi che si accampano a Parigi e cose di questo genere evocate dopo tutte le guerre di aggressione alla Russia, poi finite in catastrofe.

Qui si conclude la storia e si entra nel manicomio: perché quelli che vogliono la guerra non hanno i mezzi per farlo, né quelli militari, né quelli economici a meno di non voler far collassare qualunque resto di stato sociale e si lamentano del fatto che il padrone voglia ritirarsi dal conflitto. Ci sono persino quelli che, con straordinaria insensibilità al grottesco dicono che un dialogo tra Russia e Usa sia destabilizzante a livello planetario. In realtà vorrebbero dire, ma non possono, che questo destabilizza solo la Ue e la porta direttamente verso la discarica della storia come reperto di un mondo che si va chiudendo.

fonte:

Di basnews

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