La guerra diventa ancora più sporca perché ormai la vittima designata di Washington è, senza possibilità di smentita, proprio l’Europa. Così mentre gli ucraini muoiono nel carnaio creato dagli Stati Uniti per tentare di rimanere la macchina da ricatto planetario, gli europei si impoveriscono e man mano scompaiono non solo dalla politica estera, ma anche dalla storia, capaci solo di ubbidire. La certezza di tutto questo non viene dall’informazione nostrana ormai inesistente se non come strumento di mera e sciocca propaganda, ma dal The Telegraph of India il quale conferma ciò che in qualche modo già si sapeva: Washington importa massicce quantità di petrolio russo aggirando le proprie stesse sanzioni L’India acquista ga mosca oltre 1,7 milioni di barili al giorno di oro nero che poi viene raffinato da Nayara Energy e Reliance Industries, ed è infine rivenduto legalmente agli Stati Uniti. Questo è anche legato a un fatto tecnico specifico: il petrolio russo degli Urali è quello ideale per produrre diesel, cosa che è più difficile, più onerosa o in qualche caso impossibile da fare con l’oro nero di altre aree e ciò rende ancora più chiaro e più perverso il livello di assurdità della Ue che si auto affondata. Infatti tutta l’industria della raffinazione continentale è orientata all’oro nero degli urali e se volesse usare altri tipi di petrolio dovrebbe porre mano a ristrutturazioni enormi del costo di miliardi e realizzabili solo in anni. Il problema della qualità del petrolio è un fatto che ho affrontato in diversi post, ma che in realtà è completamente assente dal dibattito pubblico, rendendolo così sterile e fuorviante ancor più di quanto non sia di base e non facendo comprendere quanto siano filli le scelte dell’elite Ue.
Obbedire al padrone americano per mettere un embargo al petrolio russo che il padrone stesso non rispetta è qualcosa di talmente grottesco, che va molto oltre il servilismo, molto oltre l’ubbidienza supina a classi politiche interamente formate nelle scuole ideologiche dell’anglosfera e pagate a piè di lista dai servizi americani o dalle sue ong che sono poi quasi la stessa cosa: prospetta invece una vera e propria scomparsa della civiltà europea nel corso di qualche decennio. E’ quello che è accaduto a vasti imperi e a floride società nel mondo antico, lasciando gli storici e gli archeologi la domanda su come sia stato possibile una loro estinzione quasi improvvisa come se fossero implosi. Se per alcun i imperi del Centro e Sud America sappiamo che la fine è arrivata con gli europei i quali riuscirono a sconfiggere forze molto più numerose sia con l’inganno, sia sfruttando a più non posso la disposizione amichevole delle loro vittime, per altre civiltà il mistero rimane:: che fine ha fatto la civiltà minoica, come e perché è stata abbandonata Petra, come è finito l’impero Khmer o la civiltà della valle dell’Indo? Oppure – esempio ancor più calzante cosa ha prodotto il rapido crollo della potenza assira? Erano al culmine della loro prosperità e poi sono uscite dalla storia. Probabilmente tra 2000 anni gli storici, discuteranno sulla fine dell’Europa chiedendosi che fine abbia fatto quello che appena un secolo e mezzo prima era il centro del mondo. Nello stesso tempo adesso possiamo cominciare ad avere un’idea di queste misteriose scomparse storiche: esse non nascono tanto da eventi esterni, da cambiamenti di asse economico e crisi sociali ma da un decadere interno delle speranze, delle visioni ideali e politiche e infine della volontà che rende così facile abbandonarsi alla corrente del fiume. Sebbene potremmo vedere con chiarezza che la scomparsa dell’Europa dalla scena geopolitica sia principalmente dovuta all’invasione americana dal continente, avvenuta nel pieno della prima guerra mondiale, possiamo anche vedere come lo “scandalo” e la paura della rivoluzione in Russia abbia indotto le borghesie continentali a vedere nell’America un baluardo piuttosto che un nemico e a cedere ad essa parte del potere.
Le stesse borghesie, una volta dissoltasi l’Unione sovietica avrebbero potuto benissimo impostare una politica di pace e di collaborazione, ma ormai erano state contagiate dal morbo neoliberista e pensavano di poter esse stesse partecipare del benessere che le teorie dell’ultra capitalismo o per meglio dire del capitalismo liberato da Keynes e dai lacci culturali della responsabilità sociale. Così ora sono diventate le vittime di se stesse, mentre le popolazioni, ipnotizzate da decenni di propaganda, non più in gradi di scorgere i propri interessi e in ogni caso non più aduse alla resistenza e alla battaglia politica vedono la nave che viene affondata gli ufficiali in sala macchine, ma invece di reagire e di salvare il vascello si scannano per trovare posto nelle poche scialuppe di salvataggio. e nemmeno il massacro medicale riesce più a scuoterli.
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