Sei giorni fa il segretario di stato americano Anthony Blinken ha incontrato il primo ministro del Kosovo a Washington, ufficialmente per “sostenere l’integrazione euro-atlantica del Kosovo”.
Tre giorni dopo il governo del Kosovo ha iniziato un processo di limtazione dell’uso dei documenti e delle targhe serbe ai serbi residenti in Kosovo, creando le condizioni per un’escalation.
Ieri schermaglie e spari al confine, mentre il deputato della Rada ucraina Oleksiy Goncharenko propone che l’esercito ucraino si mobiliti contro la Serbia (definita “cavallo di Troia della Russia”) se la situazione dovesse degenerare.
Intanto Nancy Pelosi cerca in ogni modo di provocare il governo cinese superando simbolicamente proprio quella “linea rossa” che Pechino aveva posto rispetto ai rapporti con Taiwan.
E tutto questo mentre in Ucraina continua una sanguinosa guerra per procura degli USA contro la Russia.
Ecco, se fossi incline a letture di tipo biblico-apocalittico direi che gli USA oggi sono in missione per conto del Caos: agenti dell’Armageddon.
Più sobriamente, la politica estera USA è, al di là di ogni possibile dubbio, la più radicale e costante minaccia alla pace mondiale.
Comunque segnalo che poco più di cent’anni fa il mondo (e specificamente l’Europa) ha vissuto la più grande distruzione di risorse e persone della sua storia, e che tutto cominciò in un piccolo paese balcanico, la Serbia.
Oggi la miccia è già accesa in Ucraina, ma una dilatazione verso la Serbia sarebbe un punto di non ritorno.
Chi non ha ancora capito che siamo nelle mani di gente priva di coscienza e responsabilità, gente pronta a sacrificare non una persona, ma un intero continente sull’altare del proprio potere è meglio che capisca in fretta e ne tragga le conseguenze, perché troppe micce portano già alla polveriera.
Andrea Zhok
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