di Francesco Tallarico

All’età di cento anni suonati è morto Henry Kissinger. A parte alcuni precedenti incarichi minori, Kissinger iniziò la sua brillante carriera politico-diplomatica, assumendo la carica di Segretario di Stato durante le due presidenze Nixon. Da allora è stato per svariati anni l’artefice della politica estera degli Usa. Ma, tutto quello che egli ha costruito sta rovinosamente crollando. Perciò, la morte di Kissinger segna la fine di un’epoca: quella del dominio e della potenza imperialista degli Stati Uniti.

Anche se nel 1973 ricevette il premio Nobel per la pace, Kissinger non fu mai un uomo di pace. Piuttosto fu un politico di una spregiudicatezza e di un pragmatismo assoluti. Quando fu conveniente per gli Stati Uniti, avviò una pace negoziata per porre fine alla guerra in Vietnam, che era divenuta insostenibile. Successivamente, insieme al presidente Ford, spinse l’allora leader indonesiano Suharto ad invadere Timor Est: ne scaturì un conflitto che provocò la morte di quasi duecentomila persone.

Kissinger svolse le sue funzioni politiche e diplomatiche in un momento storico in cui il mondo era diviso in due blocchi: gli Usa e la Nato da una parte e l’Urss con il Patto di Varsavia dall’altra. C’era la guerra fredda, alla quale l’abile diplomatico pose fine mettendo in atto la dottrina della “guerra limitata”, o “negoziato permanente”, che portava i due blocchi ad un “equilibrio di forze”. Ancora una volta nell’operato di Kissinger il pragmatismo prevalse sull’ideologia.

A lui si deve la normalizzazione dei rapporti tra Usa e Cina Popolare, che inaugurò un’epoca di ingenti scambi economici e commerciali tra americani e cinesi. Se questa distensione con il gigante cinese è stata per il mondo un fattore molto positivo, ci furono anche vicende oscure, che hanno macchiato la reputazione dell’allora Segretario di Stato, come il coinvolgimento nel golpe cileno ad opera del Generale Augusto Pinochet, in cui perse la vita l’allora presidente democraticamente eletto Salvator Allende.

L’operazione più brillante di Kissinger fu il negoziato che segnò la fine, sempre nel 1973, della guerra del Kippur tra arabi e israeliani e che pose le basi per la costruzione di un Medio Oriente a forte predominanza statunitense.

Nel 1977 Kissinger cessò di ricoprire incarichi pubbici, ma la sua opinione in merito alle vicende internazionali ha continuato a pesare anche dopo la sua uscita di scena.

Kissinger scompare in un momento in cui gli Stati Uniti non sono più la super potenza dominante. Il panorama internazionale è caratterizzato ora da una situazione “multipolare”, con Russia e Cina che contendono il primato agli Usa. Il Medio Oriente è per lo più sotto la sfera di influenza russa e cinese, come anche l’America Latina e gran parte dell’Africa. Il grosso dell’economia mondiale è rappresentato non più dal G7, ma dai Brics+. Presto di ciò che Kissinger ha contribuito a realizzare non rimarrà traccia.

Fonte:

Di BasNews

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