Il Dg. M. De Fino, ieri si è prodigato a riavviare l’attività della Rete Oncologica del Sud, AMORe (Alleanza Mediterranea Oncologia in Rete) promuovendo l’incontro al Crob con i suoi omologhi dell’Istituto Pascale di Napoli, Attilio Bianchi, dell’Istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari, Alessandro Delle Donne. E’ mancata la prevista presenza dell’assessore alla Salute e alle Politiche della Persona della Regione Basilicata, F. Fanelli, ben rappresentato dal Dg. del dipartimento alla Salute, M. Mancini. Presenze, queste ultime, a mio parere, inopportune, faccio notare, che all’incontro del 29.11.2017 a Bari, per la costituzione e la firma dell’Alleanza, presenziarono solo i Dg. dei rispettivi Istituti, mentre, 20 giorni dopo al Crob, per l’Atto costitutivo del gruppo Promotore, furono coinvolti i Direttori Scientifici, insieme ai dirigenti medici dei rispettivi Istituti. Quindi, si sono prodotti adempimenti importanti in piena autonomia, senza nessuna passerella di politici o loro adepti. Al contrario, i rappresentanti del “Governo dello Scambiamento”, in questa fase pre elettorale, hanno voluto marcare la loro presenza, confondendo ruoli e competenze. Infatti M. Mancini a nome dell’Assessore, si è limitato ad assicurare il personale presente, che il Governo regionale conferma la sua attenzione e vicinanza all’Irccs Crob. Un incontro, che ha sancito la volontà dei tre Istituti di riprendere gl’impegni fissati nel 2017, per il sempre maggiore bisogno di fare rete nella lotta al cancro. Imperdonabile, invece, l’assenza del Direttore Scientifico dell’Irccs Crob, Giannicola Genovese, attore principe per il rilancio delle attività di ricerca al Crob e insieme del riavvio di AMORe. Quest’ultimo, segnalato con una lettera al Presidente Bardi, dal Ministro della Salute O. Schillaci, pare, non sia ancora supportato da nessun Atto di nomina, in attesa che Genovese sciolga le riserve e ottenga il via libera dal “MD Anderson Cancer” di HOUSTON – Texas, dove l’autorevole ricercatore presta attualmente la propria opera. Intanto, dalla presunta nomina, sono trascorsi oltre due mesi, e l’arrivo del’ Illustre Direttore rimane ancora tutto un punto interrogativo. L’auspicio è, che non si perda altro tempo prezioso, e nel caso tutto vada a buon fine, che gli si permetta di dedicare a tempo pieno il suo compito in loco, scongiurando l’ipotesi di una super visione a distanza, che pure le male lingue lasciano intravedere, alla luce delle nefaste esperienze consumatesi, ahimè! in altri ambiti regionali. Intanto, l’atteso potenziamento e rilancio dell’Irccs Crob stenta a concretizzarsi, nonostante alcuni segnali positivi s’intravedono nel nebuloso scenario, che caratterizza l’attuale fase di transizione gestionale, sia dell’Istituto che dell’organo polittico e legislativo della Regione Basilicata. Il primo, deputato ad attuare gl’indirizzi programmatici finalizzati al raggiungimento degli obiettivi richiesti per la riconferma di Irccs, in scadenza nel 2026. Il secondo, deputato a legiferare, affinché la programmazione sanitaria crei le condizioni ottimali, per l’ambizioso traguardo continuamente sottoposto a stringenti regole. Comunque, nonostante la nebulosità dell’attuale fase, le equipe mediche delle varie discipline con azioni sinergiche, da diversi mesi stanno producendo risultati eccellenti, operando interventi chirurgici complessi, riscontrabili solo in altri pochissimi Centri italiani. Un lavoro di squadra che paga a beneficio dei pazienti. Perciò, il nuovo Dg. M. De Fino, dopo le sue visite a ritmo serrato alle unità operative, alle altre strutture sanitarie regionali, ai luoghi istituzionali, dal CNR, all’Arpab all’Unibas, per tessere rapporti di collaborazione scientifica e il riavvio di AMORe, si concentri celermente sulla stesura del nuovo Atto Aziendale e sull’accelerazione delle procedure per concretizzare il cosiddetto ‘Progetto Tecno Crob’. Quest’ultimo, finalizzato al potenziamento del ‘Parco Tecnologico’ con tecnologie di ultima generazione, come annunciato dieci mesi fa (21.4.2023) dall’Ass. regionale F. Fanelli. Parallelamente, nell’ottica del massimo risparmio – era scritto nell’annuncio – il Crob ha aderito a due differenti accordi quadro Consip che consentiranno l’acquisizione di un angiografo vascolare e di due Tomografi Computerizzati (TC), nello specifico: un angiografo vascolare di ultima generazione modello “Artis Zee With Pure” in configurazione a soffitto, e due TC modello Aquilion One Genesis. L’angiografo consentirà l’implementazione della radiologia interventistica, mentre i due nuovi tomografi TC consentiranno lo svecchiamento del parco tecnologico e il potenziamento delle attività della diagnostica per immagini. L’innovazione tecnologica – si sosteneva – garantirà un aumento della qualità e dell’efficienza delle prestazioni, riducendo i tempi d’esame e la dose di radiazioni ai pazienti. A dieci mesi da questo poderoso annuncio, sarebbe il caso che qualcuno rendesse conto sullo stato dell’arte! A me preme evidenziare che l’annuncio contemplava, fra l’altro, l’avvenuta trasmissione, da parte del Crob, alla Suarb le documentazioni di gara, per l’acquisto delle altre tecnologie previste: Sequenziatore di nuova generazione (NGS), Acceleratore Lineare e Robot Chirurgico. Inoltre, mi è dato sapere, che alcune procedure sono state avviate, altre sono in itinere, ma con ostacoli spesso inspiegabili, come inspiegabile è la mancata consegna o installazione del Robot Chirurgico, che pare, ha già visto la conclusione della gara di appalto. Quest’ultimo, da indiscrezioni acquisite da persona ben informata, sarebbe stato già previsto nel 2011 con una deliberazione dell’allora Dg. Dott. R. Maglietta, purtroppo, mai acquistato, intanto dopo 12 anni i chirurghi attendono impazienti uno strumento utile per migliorare le prestazioni del proprio lavoro a beneficio dei pazienti.
Gennaro Giansanti
già dipendente dell’irccs Crob