“Abbiamo ripetutamente segnalato queste gravi criticità – dichiara Giuseppe Costanzo, segretario provinciale di Potenza – ma nessuno ci ha rassicurato sulle strategie adottate o che si intendono perseguire. La portata del problema è importante. I numeri parlano chiaro e impongono risposte immediate”.
Costanzo entra nel dettaglio: “Per cessazione dei contratti a termine o licenziamenti mancano in organico 20 infermieri e almeno 10 OSS. A cui si devono aggiungere le numerose assenze lunghe (per maternità, malattia o infortuni) che svuotano i reparti. A rischiare di fare precipitare la situazione in maniera definitiva le nuove norme sul green pass. La imminente sospensione del personale non in regola con l’obbligo vaccinale è una autentica spada di Damocle”
La Fials contesta anche alcune scelte organizzative della direzione strategica: “Se poi gli Operatori Socio Sanitari al CROB non vengono assegnati ai reparti di degenza, dove è urgente l’assistenza ai pazienti, ma sono distribuiti nei servizi e negli uffici amministrativi la questione assume contorni ancora più gravi. Spesso gli infermieri di corsia sono costretti a fare turni senza l’OSS. Succede ad esempio all’Hospice”.
Costanzo sottolinea i danni a catena prodotti dalle carenze strutturali del personale, in termini di stress e demansionamento: “Al Crob, quando nei reparti mancano gli OSS li si sostituisce con gli infermieri. Spesso si chiede agli infermieri di fare i doppi turni, saltare il riposo dallo smonto notte e guai a quelli decisi a rivendicare rispetto e diritti sanciti da leggi e contratti. La carenza di Oss in turno è una costante che, oltre a non consentire un’adeguata assistenza ai pazienti, obbliga quotidianamente gli infermieri ad eseguire mansioni proprie dell’Oss (distribuzione dei pasti, assistenza primaria ai pazienti). Non di rado si trovano da soli in turno (soprattutto, ma non solo, nei turni pomeridiani) e spesso sono chiamati ad aiutare in altri reparti”.
“Questi ritmi di lavoro massacranti – commenta il segretario provinciale della Fials – tolgono spazio alla vita personale. Così viene meno l’inalienabile diritto al recupero psico-fisico. In un reparto di cure palliative si lavora in equipe, si deve rispondere in modo esaustivo ai bisogni dei pazienti. Sintomi e sofferenze devono essere anticipati e alleviati e si deve dare anche sostegno alle famiglie. Senza personale non si garantisce non solo la cura ma proprio niente”.
“Non è più accettabile – conclude Costanzo – che la riduzione dei costi della sanità si scarichi sulla pelle dei lavoratori. La corda, tirata oltre ogni
limite, si sta rompendo e i lavoratori della sanità non possono sopportare ancora. Le condizioni di lavoro non permettono i tempi di riposo o recupero necessari. La carenza di personale sanitario è un rischio insostenibile. Per questo siamo pronti a intraprendere serie iniziative di protesta in mancanza delle necessarie urgenti azioni. La FIALS invita tutti, la Direzione Generale, la cittadinanza e i Sindaci del territorio, ad ascoltare le grida d’allarme dei lavoratori e, rivolgendosi alle istituzioni, chiede l’adozione di misure urgenti per tentare di fronteggiare il problema”