Incredibile?… ma vero! solo otto mesi fa l’Irccs-Crob veniva riconfermato nella famiglia OECI (Organization of European Cancer Institutes). “Un riconoscimento di straordinaria importanza che evidenzia il rispetto di tutti i requisiti di qualità e di attenzione al paziente oncologico e l’aderenza a parametri ogni anno più stringenti e vincolanti, richiesti nello svolgimento delle attività cliniche, di assistenza e di ricerca”. Questo era scritto nella nota pubblicata dall’Istituto l’8.9.2021. Sono convinto della veridicità di tali affermazioni, altrimenti, la Commissione internazionale deputata alla valutazione per la riconferma dell’accreditamento, avrebbe attestato il falso a scapito non solo dell’Irccs-Crob, ma della sua stessa autorevolezza e di quella dell’OECI. Quindi, per evitare denigrazioni gratuite ai danni dell’Istituto e prestare il fianco ai detrattori di sempre, nonostante le difficoltà e gli elementi di cattiva gestione, giustamente, denunciati nell’ultimo periodo da OO.SS., associazioni e forze politiche, va affermato con forza che l’Irccs-Crob rimane una delle eccellenze della Sanità lucana, grazie ai sacrifici, al senso del dovere e all’abnegazione di tutto il personale, da quello sanitario a quello tecnico-amministrativo e dei ricercatori. Ciò detto, i limiti e le carenze strutturali, l’inefficienza o la carenza di servizi nevralgici per rendere sempre più competitivo l’Irccs non vanno sottaciuti, come non va sottaciuto la carenza di personale, lo sfruttamento di quello strutturato, costretto a turni massacranti, e di quello precario operante nei vari servizi, in primis quello dei ricercatori, spina dorsale dell’Istituto. Pena: – l’efficienza e la qualità dell’assistenza; l’abbattimento delle liste di attesa; l’aumento dell’emigrazione sanitaria; la maggiore attrazione dei pazienti extraregionali. Questi ultimi, nel recente passato rappresentarono una quota significativa, contribuendo al buon nome dell’Irccs-Crob con il passa parola. Dunque, otto mesi fa, si scongiurò la paventata ipotesi della mancata riconferma di Irccs, che a suo tempo preoccupò finanche l’allora D.G. Giovani Bochicchio e il D.Sc. Alessandro Sgambato. Infatti, ascoltati in IV Commissione del C.R. il 12.7.2019, il primo lamentava lo scarso impegno finanziario della Regione per rafforzare il Crob. Il secondo sottolineava: “…l’Irccs-Crob debba garantire un’assistenza di qualità e una ricerca clinica di eccellenza, per il raggiungimento di standard altamente qualitativi, nel rispetto di quelli prescritti a livello ministeriale, ciò, è indispensabile – precisava – per vedere riconfermato il riconoscimento di Irccs –poi, fra l’altro, suggeriva – le prime azioni da mettere in campo – a) Rafforzare la chirurgia; b) riconoscere al Crob la centralità per i percorsi diagnostici”.Il sottoscritto in un suo articolo del 17.7.2019 commentando e denunciando la gravità della situazione descritta dai dirigenti – aggiungeva – “ripristinare tutti quei servizi depauperati e quelli carenti dal punto di vista strutturale e organizzavo, che hanno bisogno di maggiore attenzione e impegno solerte degli organismi di direzione dell’Istituto”. Ho voluto riportare alla memoria i passaggi di cui sopra, per sottolineare l’interminabile telenovela dell’Irccs-Crob, che continua a riproporre le stesse scene; si cambiano gli attori protagonisti, ma, pare che la regia si annida sempre fra le lobby del potere politico e sanitario della nostra Regione, che non ha mai dismesso il proprio ruolo di grimaldello, per demolire gradualmente il ruolo dell’Irccs-Crob a vantaggio delle strutture ospedaliere dei due capoluoghi di provincia, ivi compreso quelle private. Infatti, le accuse lanciate nel corso della recente crisi regionale, dall’ex Assessore alla Sanità R. Leone all’indirizzo del Presidente Bardi e dello stesso D.G. del Crob di Martino sui misfatti operati, le continue denunce: – della Fials, sulla carenza di personale, sulle azioni discriminatorie e clientelari nell’applicazione degl’istituti contrattuali, sulla gestione allegra delle risorse umane e dei servizi; – dell’Associazione Agata sulle liste di attesa per le visite ambulatoriali e le lunghe attese dei pazienti oncologici per il trattamento terapeutico; – le interrogazioni dei consiglieri regionali Leggieri e Carlucci del M. 5 Stelle; – l’intervento del Centro Studi Leone XIII che, a seguito delle recenti dimissioni del Direttore Sanitario del Crob, Luigi Madia, ha evidenziato l’inadeguatezza del D.G. di Martino, fino a chiedere di farsi da parte, confermano il disegno perverso di sempre e la scarsa lungimiranza nell’interesse di chi soffre e del bene comune. Incredibilmente, pare che la situazione a suo tempo denunciata da Bochicchio e Sgambato non è stata mai superata, per responsabilità del Governo regionale da un lato e della Direzione dell’Irccs dall’altro, tutto lascia presagire un aggravamento dannoso per il futuro dell’Irccs-Crob. A meno che, sia Bardi che di Martino abbiano il coraggio e gli attributi per confutare ogni accusa, dando conto pubblicamente, alla comunità regionale del loro operato e presentino in maniera trasparente un piano di rilancio dell’Irccs-Crob, che onori il loro mandato istituzionale. Al D. G. di Martino, che ho avuto modo di interloquire ampiamente con una lettera a inizio mandato, suggerisco di uscire dall’anonimato e dimostri di non essere succube di quelle lobby sopra menzionate e di quei cattivi consiglieri che lo circondano, altrimenti, prenda atto del suo fallimento e rassegni le dimissioni.
Gennaro Giansanti
già Dipendente dell’Irccs-Crob