La politica statunitense della massima deterrenza nei confronti dell’Iran è del tutto fallita.
Il contenimento della potenza militare e industriale iraniana non è più possibile. Anzi, dopo la brutale repressione delle proteste scatenatesi a seguito della morte di Mahsa Amini, il regime degli Ayatollah sembra essersi perfino rafforzato. Anche perché, proprio in Iran è stato creato un dispositivo militare, destinato con tutta probabilità a cambiare la guerra nel XXI° secolo. Si tratta del drone iraniano Shahed 136.
Questo aeroplanino senza pilota iraniano a elica, munizione circuitante, carico di una quantità imprecisata di esplosivo, lungo 3,5 metri, largo 2,5 (come una Yaris), motore a due tempi 550 cc (una Yamaha Enduro), sta facendo impazzire gli esperti militari di tutto il mondo, specialmente americani e israeliani. Gli Shahed 136 si portano furtivi sull’obiettivo ed esplodono, perciò sono chiamati “droni kamikaze”. Possono percorrere distanze enormi, almeno 2.500 Km ed è quasi impossibile intercettarli. Questi apparecchietti stanno facendo fare una figura barbina a tutto il comparto militare e industriale della Nato.
Gli Usa hanno accusato l’Iran di aver fornito gli Shahed 136 alla Federazione Russa, che in effetti era molto indietro nello sviluppo e nella produzione di droni aerei di tipo militare. Russi e iraniani negano con forza, ma è evidentissimo che i droni ribattezzati dai russi “Geran 2” siano identici agli Shahed 136, prodotti magari su licenza iraniana in Russia. Con questi droni la Russia sta procedendo a distruggere le infrastrutture militari ed energetiche ucraine. Si dice che l’Ucraina ne abbia intercettati appena una dozzina, ma la Russia ne ha lanciati centinaia.
Attualmente nel mondo vari paesi stanno facendo letteralmente a gomitate per acquistare gli ormai ultra noti droni kamikaze iraniani e si tratta di paesi non particolarmente facoltosi. D’altra parte basta fare qualche raffronto per capirne la ragione.
Un missile Tomahawk statunitense costa circa 2 milioni di dollari, un missile Kalibr russo quasi 1 milione, uno Shahed 136 costa appena 9.800 dollari. Neanche il costo di un’autovettura! Ma la loro efficacia è devastante. Basta lanciarne qualche centinaia sul territorio nemico, che la difesa antiaerea nemica va in tilt e il drone kamikaze va a segno sicuro e implacabile. Sembra che perfino nel confronto aereo caccia vs drone kamikaze, quest’ultimo abbia la meglio. Evidentemente tentare di abbattere un aeroplanino con una batteria antiaerea è come sperare di uccidere una mosca con un colpo di fucile o di pistola.
Questa vera e propria “arma dei poveri” segnerà la fine degli armamenti costosi e super tecnologici? Considerato inoltre che il drone kamikaze potranno permetterselo tutti, anche i paesi più poveri, ciò segnerà l’avvento di un mondo veramente “multipolare”?
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