Vi racconto la mia storia assurda.
Lo ammetto, sono una “novax”, come piace dire adesso. Io che ho fatto tutti i vaccini, anche da adulta, tutti quelli che dovevano essere fatti e che il mio medico mi consigliava, stavolta non l’ho fatto. Mea culpa, spero che questo non vi impedisca di arrivare alla fine della storia.
Ho preso il Covid, come non lo so; pochi amici, mascherina addosso, gel igienizzante sempre in borsa. Sarà perché non ho fatto il vaccino? Magari sì, o magari no. Conosco tante persone che si sono ammalate indistintamente da questo, anzi come piace dire adesso “positivizzate” perché i malati sono solo quelli nei reparti Covid e soprattutto nelle terapie intensive. Gli altri sono solo positivi. Ma a cosa?
Il 27 dicembre ho fatto il tampone antigenico per ottenere il green pass e poter così entrare al lavoro (art.4 costituzione) e sono risultata positiva. In questi giorni, sotto Natale si è pensato bene di divertirsi e andare a modificare tutte le regole di quarantene per contatti e positivi, novax, sivax, tuma’!
Quindi, calcolando la somma per la differenza del quadrato dei giorni di malattia fratto i giorni da novax, il risultato sono stati 10 giorni di quarantena diretta (senza ulteriore conferma ASL con molecolare) e tampone antigenico fatto in autonomia all’undicesimo giorno in farmacia o centro analisi. Quindi il 6 gennaio, dopo un po’ di fila vengo “liberata” e ricevo dalla Regione la seconda mail, quella di fine quarantena, detta in gergo “isolamento in contumacia” a seguito di GUARIGIONE.
La prima mail era di inizio isolamento in contumacia per tampone positivo. Altre comunicazioni o controlli non ne sono stati fatti sul mio caso, né telefonici, né mail. Quindi di fatto mi ha risposto il bot automatico di ASL quando riceveva i referti dalle farmacie. Ciao Bot.
Nel frattempo sento vari amici sivax, evidentemente più fortunati e contattati anche al telefono per il tampone molecolare al drive ASL e scopro che anche loro sono stati liberati poi di fatto con antigenico
Il 10 gennaio è l’ultimo giorno di ferie e dall’11 dovrei rientrare al lavoro; dopo le feste passate a letto potrebbe essere una boccata d’aria. La mia azienda però non mi fa rientrare senza un tampone molecolare negativo, pagato da loro.
L’11 gennaio mi sottopongo quindi al primo tampone molecolare presso il laboratorio di fiducia dell’azienda, l’esito del referto è “Campione non idoneo per assenza di cellularità. Si consiglia di ripetere”. L’esito della chiamata è “il suo campione era positivo al 32° ciclo, ma abbiamo una direttiva ASL che ci dice di non refertare positivamente soggetti che sono stati già dichiarati guariti, magari potremmo ripetere tra qualche giorno il tampone, sa le cose cambiano velocemente”. Insisto per essere refertata, ma no. Sto a casa e lavoro da casa, prolungando di fatto la mia quarantena in silenzio.
La mia azienda mi fa rifare il tampone in data 17 gennaio, vuole il tampone negativo. Oggi è il 18 e non ricevo alcun referto. Allora chiamo e mi dicono che anche stavolta il mio campione è risultato positivo, 30 cicli; mi dicono pure che se voglio possono anche inviarmi il referto della positività, ma che sicuramente non verrà inviata notifica all’ASL per il mio caso, perché l’ASL ha esplicitamente detto che sono libera, non posso essere riconteggiata come caso e i datori di lavoro devono capire che il sistema non può sovraccaricarsi per loro. Questa seconda volta provo a spiegare la situazione al mio datore di lavoro.
Non è possibile e questo fatto sembra mandarlo in tilt. Si chiama il medico competente che dice che allora lavorerò da remoto fino a tampone molecolare negativo, che tanto pagano loro il test. E chiude la chiamata dicendo “comunque finiti questi anticorpi farà il vaccino”. Sorrido: ma se ancora per loro devo guarire, pensare al vaccino adesso mi sembra assurdo.
Il mio capo dice che gli dispiace che sia capitato a me ma non si possono fare sconti a nessuno. E allora ripenso a quando l’ASL liberava al 21° giorno con antigenico e nessuno ha mai pensato per quei casi di fare un molecolare di conferma. Come mai? Io comunque al 21° giorno ci sarei.
E nulla, quindi sono qui nel limbo e in attesa di sapere cosa fare, perché non è chiaro a nessuno al momento.
In questo mondo in cui c’è tanta incertezza posso avere però una certezza positiva; stasera vado al cinema, l’ASL dice che sono libera e guarita e non vuole avere da me altre brutte notizie. Tutti gli altri numeri proverò a giocarli, magari vinco.
Glory
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