Il giorno dopo il suo insediamento Trump ha iniziato la sua guerra alla Cina lanciando un piano da 500 miliardi di dollari per l’intelligenza artificiale, ovvero il campo in cui presumibilmente ci sarà uno scontro tecnologico tra l’impero e i suoi antagonisti. Peccato che proprio poche ore prima la cinese DeepSeek ha messo in rete il suo sistema di IA che supera i suoi rivali “in capacità avanzate di codifica, matematica e conoscenza generale”. In parole povere, secondo l’esperto di tecnologia Adam Button questa società “ha rilasciato un modello open source che funziona alla pari con gli ultimi modelli di OpenAI, ma costa solo una piccola frazione di questi ultimi per funzionare. Inoltre, si può persino scaricarlo ed eseguirlo gratuitamente o al costo dell’elettricità necessaria”.
Magari può sembrare una piccola cosa, ma in realtà è enorme perché il globalismo ha molto puntato sulla cosiddetta “intelligenza artificiale” per il suo progetto di reset, costituendo uno strumento d’elezione per il controllo totale dei cittadini e della società. Per questo ne hanno fatto una sorta di “instant – mito” al punto che gli incliti e i colti (si fa per dire) che frequentano i social non appena vedono un banale montaggio fotografico subito esclamano, ecco è l’intelligenza artificiale! Ma ora i cinesi hanno messo un bel bastone tra le ruote del carro trionfale. Tanto più che gli occidentali – o meglio Washington visto che il resto di questa fetta di mondo è rimasta molto indietro in tale settore – si aspettavano che le loro sanzioni sui microchip avrebbero avuto effetti deleteri sugli sforzi della Cina di avvantaggiarsi nel campo della IA. Ma così non è stato e ora il DeepSeek supera OpenAI in parecchi parametri tra cui il ragionamento matematico e la raccolta di problemi verbali.
Gli Stati Uniti hanno puntano su questo settore per mantenere in piedi l’impero, ma ora i sistemi cinesi rivaleggiano con le realizzazioni americane migliori e oltretutto sono completamente trasparenti, costano il 97% in meno e sono completamente scaricabili, mentre OpenAI, ad onta del nome nasconde molte parti del suo sistema che oggi appare in parte superato. Non è una notazione di poca importanza perché la capacità di intervenire nei sistemi di intelligenza artificiale li rende molto più controllabili e meno gran fratelleschi. Anche eticamente le prime applicazioni americane dell’intelligenza artificiale sono spaventose: secondo quanto afferma Assange l’IA è servita per i massacri di massa a Gaza, indirizzando l’esercito israeliano verso i luoghi di mattanza. Tuttavia questo confronto non è solo tecnologico, è anche politico – sociale, mette in discussione l’intero sistema capitalistico occidentale e ne sovverte la narrazione. L’antropologo Jason Hickel scrive che in Cina il reddito medio è di 12 mila dollari l’anno, meno o molto meno di quanto accade in molti Paesi dell’Occidente e questo secondo la teoria neoliberista dovrebbe comportare un modesto livello di crescita e di innovazione. Ma in realtà la Cina “ha la più grande rete ferroviaria ad alta velocità al mondo. Ha sviluppato i propri aerei commerciali. È leader mondiale nel campo delle energie rinnovabili e nei veicoli elettrici. Ha una tecnologia medica avanzata, tecnologia per smartphone, produzione di microchip, ingegneria aerospaziale. E per giunta ha un’aspettativa di vita più alta degli Stati Uniti, con l’80% in meno di reddito”.
Tutto questo è merito di un’economia mista dove la finanza pubblica orienta gli investimenti e la produzione verso obiettivi sociali e necessità di sviluppo nazionale. Era un po’ il sistema – sia pure meno sviluppato – che aveva anche l’Italia, assieme ad altri Paesi europei, prima che l’Ue facesse un sacro giuramento sui sacri testi neoliberisti, un crogiolo di valutazioni reazionarie messe assieme da vecchi feudatari dell’Austria – Ungheria spodestati, notabili dell’ex impero britannico e oligarchi nordamericani, la cui prima prova del fuoco fu il golpe cileno. Ora si raccolgono di frutti. E sono frutti amari, destinati ad avvelenare in primis un’Europa in balia del nulla sia sociale che politico che tecnologico. Ma in compenso è leader indiscusso della stupidità naturale.
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