In questi giorni di ultime cene e solite scene qualcosa sta succedendo in Palestina: ovvero si sta facendo strada l’idea che il sionismo è sulla via di disintegrarsi. Dopo che lo stupro di una prigioniera palestinese è venuto alla luce quasi per caso e il resoconto di questa brillante operazione diciamo così militare, sono arrivate alla superficie e pubblicate dalla Cnn , dal New York Times ( archivio ) e dal Washington Post ( archivio ) è stato giocoforza per Tel Avivi aprire formalmente un’ inchiesta, anche per evitare di innescare indagini internazionali sugli omicidi e le violenze nelle carceri israeliane che di certo sono cosa abbastanza comune. L’inchiesta interna protegge insomma Israele dai tribunali internazionali, almeno per ora. Tuttavia l’arresto dei militari  stupratori ha innescato prima una serie di violente manifestazioni dell’estrema destra che sono arrivate fino all’occupazione di due prigioni, poi una lite senza ritegno  tra il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, quello che voleva lanciare l’atomica su Gaza.

Da tali eventi e dalla rissa politica che è seguita si capisce molto bene che si sta creando una profonda frattura tra l’esercito e l’estremismo dei coloni o di gruppi religiosi settari, soprattutto in considerazione del fatto che ci si trova di fronte a un fallimento materiale e morale della guerra e dunque al conseguente fallimento del progetto “Grande Israele” che è stato da sempre il sogno del sionismo, ma che ormai confligge di fatto con l’esistenza stessa di uno Stato ebraico che ha bisogno di un buon rapporto con i vicini. Nel nuovo ordine mondiale che si va creando una situazione di conflitto permanente suggerito da una totale superiorità militare israeliana (supportata ovviamente dagli Usa), sta rapidamente tramontando: lo si capisce bene  dal fatto che Netanyahu cerca l’appoggio incondizionato di Washington prima di iniziare la sua avventura nel sud del Libano, conflitto che  il capo del governo di Tel Aviv vorrebbe trasformare in guerra totale all’Iran. Sa che da solo andrebbe incontro a un disastro. Ma la pubblicazione della vicenda degli stupri da parte di testate di sistema, sembrano indicare che gli Usa non vogliano arrivare a tanto e che la misura della distruzione di Gaza è ormai colma, nonostante i tentativi di sembrare vittime grazie alla capacità mediatica di creare miraggi come quello del drone su un villaggio druso tra l’altro in un territorio siriano abusivamente occupato.

La società israeliana è dunque arrivata al limite della guerra civile. Ma questa frattura era visibile fin dall’inizio dell’operazione di Hamas perché, come ora sappiamo, gli israeliani erano in possesso dei piani di attacco dei militanti palestinesi e hanno trasferito un rave party, organizzato evidentemente da persone che ben poco hanno a che fare con l’integralismo religioso e i relativi  deliri sionisti, nella base militare di Re’im sulla Route 232 che era appunto uno degli espliciti obiettivi di Hamas. Secondo quanto riferito dal quotidiano Haaretz, alcuni ufficiali della divisione di Gaza hanno parlato di di pressioni politiche per lo spostamento di questa festa, cosa che fa pensare come si sia deciso di sacrificare civili (magari facendoli abbattere dallo stesso esercito, secondo le orribili direttive Annibale) che non appartengono al calderone di consenso in cui Netanyahu fabbrica i suoi veleni.

La cosa è talmente chiara che parecchi israeliani laici cominciano a parlare di andarsene e secondo l’ultimo sondaggio pubblicato a luglio, il 28 per cento degli abitanti sta valutando di lasciare il Paese. E tra questi ci sono molti cervelli della tecnologia, il che ovviamente è un segnale ancora peggiore.  La società israeliana sta andando in frantumi e molti che volevano vivere nello Stato di Israele si sono trovati invece nello “stato di Giudea” ovvero dentro un progetto teocratico che si ispira in maniera diretta e meccanica alla Bibbia. Ma ora i frutti velenosi di tutto questo stanno maturando e la disfatta del sionismo comincia a diventare palpabile tra le rovine materiali ed etiche di Gaza

fonte:

Di BasNews

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