Ammirare l’arte fa bene all’anima: il movimento artistico della street art (arte di strada) provoca svariate sensazioni positive alle comunità che vivono intorno alle suggestive opere. Negli anni Settanta, in America, la street art è nata come forma di denuncia, affermazione di un’identità, riappropriazione di uno spazio urbano: a lungo, è stata considerata come una forma di vandalismo da reprimere. Oggi, invece, è riconosciuta sempre più come uno strumento di riqualificazione urbana, che impreziosisce le città.
A Rionero in Vulture, negli ultimi tempi, sono nati una serie di progetti artistici, originali e innovativi, che hanno provocato approvazione, interesse ed entusiasmo nei cittadini. Muri, strade e vicoli sono diventati, nella cittadina fortunatiana, mezzi per esprimere un emozionante messaggio. La prolifica associazione culturale “Ricomincia…mo” di Rionero, ha ideato e messo in campo una nuova iniziativa d’arte: è stato realizzato un murales- nei pressi della gradinata di via Umberto I- dagli artisti locali Filomena Barozzino e Armando Grieco, con la partecipazione di tutta la comunità rionerese. Denominato “Mi ritorna in mente”, è stato inaugurato nel pomeriggio dello scorso 8 ottobre, con il patrocinio del comune di Rionero in Vulture, e con la collaborazione dell’ANPI. All’evento di inaugurazione erano presenti, oltre ai coordinatori e vari soci della suddetta associazione e agli artisti, il Vescovo S.E Ciro Fanelli, il parroco Don Giuseppe Cacosso, e il sindaco Mario Di Nitto.
L’opera è una coinvolgente espressione estetica dell’interiorità e dell’animo umano, è stata dedicata alla memoria di un ragazzo rionerese, ventenne, venuto a mancare drasticamente nel lontano 1922.
“Con questo murales– ha dichiarato l’artista Armando Grieco– ho voluto trasmettere l’emozione verso gli anni andati, in cui il divertimento, il gioco semplice, la compagnia, la solidarietà, l’inclusione erano un valore molto grande. La tecnologia, oggi, sta distruggendo la spontaneità, i confronti costruttivi, l’anima. Evidenziamo, attraverso la nostra arte, il voler vivere la propria terra, il proprio paese, il proprio quartiere. Sono onorato di aver contribuito a veicolare un messaggio così profondo agli osservatori”.
“Siamo felici- ha aggiunto Valeria Tirrico, presidente dell’associazione “Ricomincia…mo”- di aver ultimato questo importante progetto d’arte: sin dalla nascita della nostra associazione, che risale allo scorso anno, abbiamo voluto dare spazio all’aggregazione sociale, alla creatività ad ampio spettro.
Attraverso varie idee dell’artista Filomena Barozzino, abbiamo pensato di ridare vita ad alcuni scorci di Rionero. Dopo esserci confrontati con l’amministrazione comunale, che, sin da subito ha creduto fortemente in noi, ci siamo messi al lavoro. Abbiamo scelto la gradinata di via Umberto I, soprattutto per onorare la memoria di Gerardo Nigro, un ragazzo di Rionero di vent’anni che lottava con tutto sé stesso per la libertà e, che, un secolo fa, proprio nei pressi della gradinata, venne ucciso dai fascisti.
Gli artisti Grieco e Barozzino, durante il loro ottimo lavoro, hanno coinvolto tanti bambini, e tanti genitori che, muniti di pennelli, hanno dato con gioia il loro contributo. Vedere il lavoro finito ci rende orgogliosi, e ci sprona a continuare a credere, per il futuro, in nuovi programmi di questo tipo”.
“La denominazione ‘Mi ritorna in mente’- ha concluso Filomena Barozzino, direttrice artistica del progetto– è nata da un avventuroso viaggio nei grovigli del mondo interiore. Attraverso questo lavoro, io ho provato profonde emozioni, che mi hanno donato la capacità di ‘trascendere’. Durante la realizzazione dell’opera, ho percepito il gioco nella dimensione della sua autenticità, di libertà, di ingenuità. Il mondo infantile, nella sua totalità, l’ho contrapposto alla disillusione della consapevolezza dell’adulto. Gli elementi, che compongono il murales, sono stati studiati singolarmente, hanno il valore di oggetti reali, ma divengono, allo stesso tempo, emblemi di situazioni esistenziali: ricordi, desideri, paure. L’albero, per me, rappresenta l’oggetto del desiderio più alto della vita dell’uomo, l’altalena la interpreto come un’oscillazione continua tra il dolore e la gioia, l’occhio come uno sguardo al passato. L’opera crea l’illusione di rappresentare il gioco, ma il ‘messaggio’ è intrinseco nella libertà di essere, di scegliere, di agire, e nella possibilità di superare i propri limiti. Abbiamo scelto, dunque, la tematica del gioco perché attraverso questo approccio alla vita si può abbattere la rigidità, e non perdere di vista la ‘luce’, intesa nel senso esteso del termine. Sapere che ogni persona che osserva il nostro lavoro possa emozionarsi, e avere l’opportunità di guardare dentro la propria anima, è qualcosa di straordinario”.