Si intitola “Archangel- Il sottile confine tra giustizia e vendetta” l’ultimo libro (edito da Armando Curcio Editore) di Antonello Di Pinto, artista di origini lavellesi, intercettatore di opere d’arte, docente, e scrittore.

In precedenza, altre sue pubblicazioni hanno riscosso un notevole successo, come il romanzo pubblicato nell’anno 2016, intitolato “Il trentesimo passaggio”. Inoltre, Di Pinto è stato il protagonista di un’incredibile vicenda che ha suscitato clamore in tutto il mondo dell’arte: ha ritrovato, grazie alla sua profonda intuizione, un anno e mezzo fa circa, un’opera di Caravaggio in Spagna, a Madrid, presso la Casa D’Aste Ansorena. Attualmente si discute della possibilità di portare questo capolavoro in Italia, con una temporanea esportazione per una mostra. Vittorio Sgarbi, nel suo libro pubblicato nel 2021, dal titolo “Ecce Caravaggio”, (edizioni La Nave di Teseo) ha ripercorso tutte le tappe che hanno portato al ritrovamento più importante degli ultimi anni, e ha riportato la testimonianza dell’artista Di Pinto. Recentemente, l’artista lavellese ha reso omaggio, con una sua opera, all’attore e regista Michele Placido e al suo film, intitolato “L’ombra di Caravaggio”.

Quella di Antonello Di Pinto è una personalità poliedrica, tendente a spaziare, in maniera lodevole, tra più campi, che, nel suo caso specifico, hanno tutti un tratto distintivo in comune: l’originalità. Anche nelle vesti di scrittore, infatti, è capace di coinvolgere il lettore all’interno di mondi “nuovi”, per nulla banali. Al suo ultimo romanzo noir ha lavorato durante la pandemia. Sin dal principio, non ha creduto a fondo in questo progetto. Anna Gentilini, invece, editor della casa editrice Armando Curcio, dopo averlo letto, con entusiasmo lo ha esortato a renderlo pubblico.

Qual è stato l’input che l’ha indotta a scrivere “Archangel- il sottile confine tra giustizia e vendetta”?

L’input è stato il senso di impotenza, che tutti proviamo al cospetto di notizie drammatiche che giungono continuamente dai media, relative a persone che subiscono delle grandi violenze. Sapere che coloro che commettono queste violenze riescano a farla franca, è qualcosa di impossibile da accettare. In alcuni casi, vengono arrestati, ma, dopo qualche anno, li vediamo nuovamente in piena libertà. Le famiglie dei malcapitati, invece, soffrono terribilmente per ciò che hanno subito. Emerge, dentro di me, una rabbia, che provoca svariate domande: perché non esiste un’energia misteriosa che possa mettere fine a questi mostri? La giustizia s’inceppa spesso, eppure io ho sempre sperato in essa.

Il libro è ambientato a Roma, uno dei protagonisti è Gennarino Amore, che, dopo l’uccisione della figlia, esortato dalla sua stessa ira, tenta di fare in modo che i delitti non restino impuniti. La sua figura vuole veicolare, indirettamente, un “messaggio” particolare?

Gennarino Amore è un portiere di notte, lavora presso un modesto hotel che si trova nella periferia di Roma: un luogo in cui i nostalgici dell’amore cercano un momento di felicità. Originario di Afragola, alto 1.90, con gli occhi torbidi, felice di svolgere questo lavoro notturno, trova una fidanzata russa (l’addetta alle pulizie dell’hotel), e si sposa. Da questa unione, nasce una bambina di nome Katia. In una notte tremenda, questa bambina viene violentata da due energumeni, e uccisa, così come la mamma. Di conseguenza, la vita di Gennarino Amore cambia totalmente: la sofferenza diventa atroce, si licenzia dall’hotel, e, per sopravvivere al suo dolore, comincia a fare uso di psicofarmaci. La sua personalità “remota” emerge proprio attraverso gli psicofarmaci. Comincia, successivamente, a meditare le sue vendette, a cercare gli artefici del delitto, a volere, con tutto sé stesso, la giustizia. Il messaggio che la figura di Gennarino Amore vuole veicolare è la forza del bene, così come del male: due energie che si contrappongono tra loro dall’alba dei tempi.

Il male, nella sua massima espressione, ha trovato sempre, nella storia dell’umanità, il bene che riesce a contrastarlo. Vi è una forza contraria, che crea, inevitabilmente, un equilibrio nella storia dell’universo.

In questo libro, una nuova “luce” salva Gennarino Amore. E’ possibile, secondo lei, proiettare questo profondo concetto nella vita reale?

Non so se la luce, in senso metaforico, potrà mai prevalere sulle oscurità: so, con certezza, che il mio protagonista, Gennarino Amore, cercherà, con tutto sé stesso, di sconfiggere il male. Probabilmente non riuscirà ad abbatterlo in tutto il mondo, ma riuscirà ad essere un “Arcangelo” in difesa dei deboli.

Carmen Piccirillo

Di BasNews

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