Si potrebbe anche dire chi la fa l’aspetti, ma in questo caso il fatto è più complesso e affonda verso le radici del nostro modo di essere o forse di non essere. Ricordate quando all’inizio dell’operazione russa in Ucraina l’informazione occidentale aveva supposto che a seguito delle sanzioni e alla chiusura di alcune catene occidentali tipo McDonalds i russi si sarebbero ribellati a Putin? Non c’è dubbio che fosse una stronzata, ma conteneva una verità, non sulla Russia, ma sull’Occidente visto che in Germania è scoppiata la guerra del Kebab. La Linke che disgraziatamente non ha fatto proprio nulla per impedire la guerra e anzi vi si è accodata, oggi chiede che lo stato tedesco spenda quasi 4 miliardi di euro l’anno per sovvenzionare l’acquisto di questi panini turchi, peraltro molto in voga e che spesso sostituiscono il pasto, specie tra i ceti più popolari, perché il loro prezzo, a causa della guerra, è quasi raddoppiato.
Un articolo della Bild uscito domenica scorsa, spiega che la Linke ha proposto di limitare il prezzo di un doner kebab a 4,90 euro o 2,50 euro per studenti, giovani e persone a basso reddito. Con un costo medio di un kebab pari a 7,90 euro, il resto del conto sarà a carico del governo. Nel documento con cui viene avanzata tale richiesta, si dice che ogni anno in Germania si consumano circa 1,3 miliardi di kebab: “Quando i giovani chiedono: Olaf, riduci il kebab, non è uno scherzo su Internet, ma un serio grido d’aiuto”, ha detto alla Bild la dirigente del partito di sinistra Kathi Gebel, riferendosi ovviamente al cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Lo Stato deve intervenire affinché il cibo non diventi un bene di lusso”.
Ah… ecco ogni tanto i personaggi che volevano affondare la Russia per aiutare il progetto delle oligarchie nordamericane, riacquistino il senso della realtà. Ma per prima cosa dovrebbero confessare ai loro elettori di aver clamorosamente sbagliato, e ancora peggio lo hanno fatto credendo ciecamente alle favole dell’economia meoliberista, pur proclamandosi critici della stessa. In realtà la questione del kebab serpeggiava già da tempo: “Pago otto euro per un doner”, urlò un manifestante a Scholz nel 2022, prima di implorare il cancelliere di “parlare con Putin… vorrei pagare quattro euro per un doner, per favore”.
Sì, questo è il prezzo da pagare per la rottura dei legami con la Russia e per l’aumento dei prezzi dell’energia. Ma Putin ora è troppo impegnato con il suo nuovo mandato e con la formazione del governo e con le armi che l’occidente manda in Ucraina per badare agli affari del kebab in Germania. Ma chi avrebbe mai pensato che la guerra avrebbe scatenato insidiose guerre di panini non in Russia, ma in Germania? Questo è solo il primo sintomo della nuova povertà europea… da qui in poi altro che kebab.
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