Le città richiudono per le feste: niente evento di Capodanno a Milano e a Roma. Dal Trentino alla Campania gli amministratori locali ripristinano alcune restrizioni in vista di Natale e San Silvestro per evitare assembramenti, ritenuti troppo pericolosi in un periodo di crescita dei contagi e con l’incognita legata alla variante Omicron. “Purtroppo i nostri associati ci stanno dicendo di aver ricevuto alcune disdette perché la clientela teme nuove limitazioni e restrizioni agli spostamenti e la situazione sanitaria suggerisce prudenza. I timori per l’aumento dei contagi possono condizionare la propensione a uscire e a frequentare i ristoranti. A questo si associa una riduzione delle prenotazioni. Non è un segnale incoraggiante nel primo Natale che dovrebbe invece segnare il rientro alla normalità.” Lo dichiara Davide Ricci di Confesercenti per quanto riguarda la drammatica situazione della Riviera Romagnola.
Iniziano le disdette per il pranzo di Natale secondo quanto scrive il Corriere della Sera. “Saranno 4,4 milioni le persone che il 25 dicembre sceglieranno uno degli oltre 76mila locali aperti per il pranzo di Natale. Mezzo milione in meno rispetto al 2019. Sul settore, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio – la Federazione dei Pubblici esercizi – pesa ancora la situazione di incertezza determinata dall’incidenza della pandemia, che influisce anche del numero di locali pronti a restare aperti il giorno di Natale: è il 64,1% del totale. Ad alimentare le incognite si aggiungono da un lato il peggioramento dell’emergenza sanitaria, dall’altro il nuovo super green pass. Il 48,1% dei ristoratori intervistati prevede un impatto significativo del provvedimento sul totale delle prenotazioni, mentre il 12,4% preferisce non lanciarsi in alcuna ipotesi per il momento.”
L’Italia intera annulla i party di Natale e le cene aziendali, i brindisi per gli auguri e i raduni di amici al ristorante: «Purtroppo è vero, abbiamo tante disdette — conferma Roberto Calugi, direttore generale della Fipe Confcommercio —. Catering e banqueting accusano una contrazione, solo nel mese di dicembre, di oltre 300 milioni di euro su mezzo miliardo di giro d’affari previsto.
Nel dettaglio, riporta sempre il Corriere della Sera: “Erano 35 milioni le partenze stimate degli italiani tra l’Immacolata e Capodanno, ma siamo già oltre 2,5 milioni di prenotazioni disdettate, secondo un’indagine di Confturismo-Confcommercio in collaborazione con Swg. L’hanno chiamato l’«effetto freezer» del Covid.”
E ancora: “Lungo è l’elenco degli appuntamenti già cancellati o in forse da qui all’Epifania: annullato in Valle d’Aosta il tradizionale concerto di Natale della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense; rinviata si spera all’anno prossimo, nelle Marche, l’apertura della grande pista di pattinaggio sul ghiaccio acquistata dal Comune di Fabriano.”
Insomma, il quadro perfetto della ripresa dell’economia annunciato da Mario Draghi per giustificare il super green pass. “Questi vari interventi servono a dare certezze alla stagione turistica”, dice il premier rispondendo in conferenza stampa il 24 novembre. “Quale era l’alternativa lo scorso anno? Si guardava al peggioramento dei contagi – ha ricordato il presidente del Consiglio – poi si diceva che non sarebbe stato possibile tenere aperto e poi si è deciso di non tenere aperto, ma già prima molte prenotazioni erano scomparse, quindi questa strategia tende a dire che avremo fatto il possibile per difenderci dalla diffusione della pandemia e mantenere aperta la stagione”.
Le ultime parole famose. L’ultimo intervento di Draghi, che obbliga il tampone alle frontiere anche ai vaccinati e quarantena per i non vaccinati, sta provocando ulteriori disdette e l’allarme della Commissione europea e delle associazioni turistiche. Se il tampone è attendibile per “difendere le frontiere dallo straniero”, perché l’italiano che si tampona non potrà accedere ad un ristorante?
“No, è una mazzata inaspettata, purtroppo non se ne è parlato a sufficienza e sarebbe stato meglio discuterne più approfonditamente. Intendo dire che il problema non è la misura in sé, ma l’assoluta impossibilità da parte degli operatori del settore di programmare l’attività”. Così il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, in una intervista al Corriere della Sera, commenta le nuove restrizioni introdotte dal Governo con ordinanza del ministro Roberto Speranza.
Agata Iacono
Sociologa, antropologa, giornalista certificata Wrep Blockchain
fonte: https://www.lantidiplomatico.it/