during the UEFA Chanmpions League group G match between Chelsea and Maccabi Tel-Aviv FC at Stamford Bridge on September 16, 2015 in London, United Kingdom.

Un nutrito gruppo di squadristi sionisti israeliani, ultras del Maccabi, sbarcati ad Amsterdam per assistere alla partita di calcio contro la locale squadra dell’Ajax, si è reso protagonista di oscene e violente provocazioni, scorrazzando impunemente per la città, strappando bandiere palestinesi dalle finestre, aggredendo un taxista di origini egiziane, lanciando slogan inneggianti al massacro dei bambini di Gaza e fischiando vergognosamente durante il minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione a Valencia dal momento che gli spagnoli sono considerati troppo sensibili alla causa palestinese.

Questi gravissimi comportamenti hanno determinato la ovvia reazione di molte persone, non solo arabe o musulmane, che hanno ritenuto giusto e doveroso rispondere in modo concreto a tali violente provocazioni restituendo pan per focaccia agli squadristi del Maccabi, fra i quali – è ormai accertato – erano presenti anche agenti del Mossad, il famigerato servizio segreto israeliano.  Non possiamo neanche escludere che la provocazione sia stata preventivamente orchestrata proprio dagli agenti del servizio segreto israeliano, infiltrati e camuffati da ultras, con lo scopo di suscitare l’inevitabile reazione di tutto il circo mediatico-politico che, come era prevedibile e senza nessuna esclusione, ha immediatamente derubricato quanto avvenuto ad una sorta di “pogrom antiebraico, caccia all’ebreo, notte dei cristalli”.

E’ la guerra mediatica e psicologica che è altrettanto importante di quella che si combatte con i carri armati e i bombardamenti aerei (indiscriminati). Il governo israeliano sa benissimo che l’immagine di Israele nel mondo è gravemente compromessa per via del genocidio in corso a Gaza e, in qualche modo, deve cercare di correre ai ripari. Non che gli israeliani se ne siano mai preoccupati più di tanto, però anche quello mediatico è un fronte di “guerra” di cui è comunque necessario occuparsi. Nulla di meglio quindi che intonare il sempiterno mantra dell’”antisemitismo”, forti e consapevoli del fatto che tutti i media occidentali sarebbero scattati immediatamente sull’attenti, cosa che è puntualmente avvenuta. Del resto il servilismo del sistema mediatico europeo nei confronti di Israele è addirittura superiore a quello dell’establishment politico dell’UE nei confronti degli Stati Uniti. Ormai non c’entra neanche più nulla il senso di colpa europeo per l’Olocausto, vergognosamente utilizzato come alibi per coprire i crimini perpetrati da Israele in Palestina. Siamo soltanto in presenza di una totale e meschina subalternità politica che affonda le sue radici nel nanismo della classe politica europea che ha ridotto gli stati europei a veri e propri satelliti di Israele e degli USA. Siamo di fronte ad un suicidio, neanche assistito.

Fabrizio Marchi

fonte:

Di BasNews

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