In questi giorni il rischio di una grave crisi energetica si fa sempre più concreto. Lo stato di emergenza prorogato sino al 31 dicembre è un cattivo presagio delle settimane a venire. Tutti i bei discorsi sulla transizione energetica sorti a seguito della pandemia vengono gradualmente sostituiti con misure emergenziali che rispolverano addirittura l’uso del carbone e spingono l’acceleratore per sfruttare le riserve energetiche fossili nazionali.
Giorno dopo giorno si mette a nudo la fragilità del sistema Italia che si trova ancora una volta a rincorrere l’emergenza. In questa disciplina siamo tra i più competenti.
La Regione Basilicata, come spesso rimarcato, contribuisce molto al fabbisogno energetico nazionale pur non avendo benefici concreti in cambio. L’avventura delle trivellazioni ci ha messo di fronte ad una serie di problemi quasi insormontabili e difficili da risolvere. Basti pensare alla superficialità con cui sono stati gestiti gli impianti di estrazione: nel 2017 le conseguenze dei serbatoi colabrodo del COVA sono diventate di dominio pubblico. Ad oggi sono in corso procedimenti giudiziari per gli ex responsabili del Centro Olio Val d’Agri dell’Eni, Andrea Palma, Ruggero Gheller e Andrea Trovato. Oltre al grave danno ambientale, da uno dei procedimenti in corso, sta emergendo l’assoluta inadeguatezza degli organi preposti al controllo per determinate attività.
È infatti agghiacciante leggere che organismi come ARPAB e ASP siano stati di fatto silenti nel procedimento di approvazione del documento di Analisi di Rischio (AdR). Un silenzio che ha paralizzato la conferenza dei servizi sulle operazioni di bonifica del sito. Anche in questa fase delicata si è assistito ad una sorta di scaricabarile che ha visto il Dipartimento Energia della Regione mettere nero su bianco l’immobilismo di ARPAB e ASP. Solo ieri si è avuta notizia di un tavolo tecnico per discutere del procedimento di caratterizzazione e bonifica dell’area interessata dalle perdite. Come M5S, su questo stallo, nelle scorse settimane avevamo presentato una interrogazione ed un accesso agli atti.
Purtroppo si tratta di fatti che stanno diventando “normalità” in una regione come la nostra. Bisognerebbe interrogarsi sulle scelte strategiche che sono state poste in essere per il management degli enti strumentali regionali; scelte che troppo spesso hanno privilegiato interessi politici senza prospettiva alcuna.
Piuttosto che mettere in campo il solito scaricabarile, i vertici regionali dovrebbero affrettarsi a sollecitare l’azione di questi enti. Tuttavia, anche in questo caso, ci sembra di lottare contro i mulini a vento perché, nel bel mezzo di questa tempesta, il Presidente Bardi è impegnato a negoziare con i consiglieri di maggioranza il futuro delle poltrone della sua giunta.
Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale