Con la firma del trattato di sicurezza tra Russia e Iran, due Paesi che in precedenza hanno avuto rapporti conflittuali, cambiano un po’ tutte le logiche che hanno regnato da moltissimi anni in Medio Oriente e nell’Asia Occidentale: si tratta di un modello di cooperazione in campo economico, tecnologico e militare che costituirà una sorta di stampo per l’intero mondo Brics. Gli occidentali hanno davvero fatto un miracolo riuscendo nell’intento di mettere assieme tutti gli avversari che volevano mangiarsi uno per uno. Ma proprio l’incapacità di vedere oltre il proprio naso e di utilizzare qualcosa di più sofisticato della “politica delle cannoniere”, sia pure militarmente e socialmente aggiornata, attraverso la quale si è costruito il mondo coloniale, costituisce la spia di un declino a cui si fa fatica a resistere.
E adesso tocca a Trump. Secondo uno degli ultimi intellettuali superstiti in Europa, Emmanuel Todd, il compito della nuova amministrazione americana è praticamente solo quello di gestire la sconfitta in Ucraina e magari anche quella di spazzare via chi ha creato e costruito questa sanguinosa avventura. Significativamente il nuovo diplomatico di punta degli Usa, Marco Rubio, un falco dalla vista non molto acuta, ma dotato di rara ipocrisia, ha detto di non trovare una ragione chiara per cui gli Stati Uniti abbiano finanziato l’Ucraina. Il riferimento è chiaramente rivolto al fronte interno e a coloro che hanno messo in piedi a suon di miliardi (a cominciare dai cinque spesi dalla Nuland per organizzare Maidan) questa sonora sconfitta per gli Usa.
Sul fronte esterno, a parte blaterare sul “congelamento” del conflitto, in realtà non sembra avere alcuna novità da offrire. Il fatto è che quando dalla narrazione si passa ai fatti le cose si complicano e in effetti gli americani e i loro burattini telecomandati in Europa, non avevano capito quanto il mondo fosse cambiato e hanno pensato di aver partita facile in Russia attraverso le sanzioni e qualche arma magica della Nato. Così adesso si devono adattare a una visione delle cose diversa dal passato, ma soprattutto diversa rispetto alla considerazione di sé e del loro ruolo. Ma fin qui il problema di Trump potrebbe essere solo quello di nascondere la sconfitta e di farla pagare – come già sta avvenendo – interamente all’Europa, guadagnandoci anche sopra. La reale necessità di Trump è quella di salvare in qualche modo le risorse che le sue corporation si sono accaparrate in Ucraina con l’assenso di Zelensky, ma soprattutto di avere qualcosa, un pool di garanzie per sostenere una ripresa temporanea della stampa di denaro, scongiurando il crollo finanziario abbastanza a lungo da permettergli di completare il suo mandato.
Le sparate su Canada, Groenlandia, Panama sono funzionali a questo disegno. In realtà già oggi gli Usa possono tranquillamente impiantare basi militari nell’estremo nord del Canada o sul territorio groenlandese, anzi alcune ci sono già, così come in Norvegia e non hanno alcun bisogno di incorporare territori per la cosiddetta battaglia dell’Artico. Inoltre sanno bene che risorse minerarie canadesi sono perfettamente disponibili e a un prezzo inferiore a quello che esse avrebbero se fossero gestite direttamente da Washington. Il problema è solo quello di mettere sulla bilancia una sorta di cambiale futura ed eventuale per consentire ancora una massiccia produzione di dollari e sostenere l’enorme debito che gli Usa hanno accumulato. È come prendere un prestito in banca avendo come garanzia non qualcosa che si possiede, ma qualcosa che si potrebbe rubare.
Trump è abbastanza mitomane e avventuroso da giocare questa carta o comunque di affermare di averla, ma come disse uno scrittore di cui ora non ricordo il nome, andare all’avventura è sempre un segno di incompetenza. E questo invece di fermare il declino, sarà un fattore accelerante. La situazione è come in quel quadro di Grosz, Eclisse di sole, che ho messo in apertura del post, una satira del potere con la spada, ma senza testa.
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