Nonostante voglia ostentare sicurezza, ai limiti della supponenza, il presidente della Giunta regionale non ne sta azzeccando una. Sta inanellando attacchi ed insuccessi. Lo sfascio in tanti ambiti – si veda anche il disastroso stato della sanità regionale – è sotto gli occhi di tutti. Ma, nonostante questo, il governatore Bardi continua a nascondere la polvere sotto il tappeto. Tra le gaffe del sedicente “governo regionale del cambiamento” vi è anche quella legata alla governance del Parco regionale del Vulture sulla quale, ripetutamente, negli anni passati e di recente, ho espresso sempre grosse perplessità rispetto ai metodi illogici e alle scelte che si stavano facendo e che poi sono state fatte. La nomina del sindaco di San Fele, Donato Sperduto, alla guida del Parco regionale del Vulture è stata bocciata dal Tar per la Basilicata con la sentenza di annullamento dello scorso mese di febbraio. Un esito prevedibile, come ho avuto modo di evidenziare in tempi non sospetti, una scelta illogica, dove non è stato premiato il merito e con superficialità non ci si è soffermati a valutare le reali competenze di chi dovrebbe gestire un Ente così importante e non atteggiarsi soltanto per la poltrona sulla quale si è seduto. Illogicità – ma aggiungerei pure ingenuità – per la scelta fatta da una parte del Consiglio regionale, che ha “premiato” un esponente del centrosinistra, ben inquadrato in quello schieramento, chiamato a ricoprire un incarico di indirizzo politico-amministrativo ed ora, come per magia, convinto assertore delle strategie del sedicente “governo regionale del cambiamento” (di centrodestra).
La sentenza del Tar per la Basilicata ha posto in essere alcuni argomenti interessanti. A partire dal “vizio dell’eccesso di potere per contraddittorietà di comportamento” creatosi nel momento in cui già la Prima Commissione consiliare aveva riscontrato la mancanza dei requisiti indicati dalla legge regionale in campo ai designati, compreso il sindaco di San Fele.
In questi giorni, inoltre, è stato possibile prendere visione del ricorso in appello innanzi al Consiglio di stato da parte della Regione Basilicata, la quale ha chiesto l’annullamento previa sospensione in riforma della sentenza del Tar Basilicata e la conferma della deliberazione che ha portato alla nomina del presidente del Parco regionale del Vulture. Al netto delle decisioni che prenderà Palazzo Spada vi è il sostanziale blocco di ogni attività di un Ente regionale chiamato a prendersi cura di una delle aree della Basilicata più importanti per il pregio ambientale e naturalistico. I ritardi, dunque, si susseguono e far spiccare il volo al Parco regionale del Vulture è tutt’oggi illusorio. Siamo di fronte ad una gestione infelice di un dossier che avrebbe, invece, dovuto dare certezze ad un territorio importante. Il Vulture che merita più attenzione e non può essere abbandonato al proprio destino per la supponenza di qualcuno e la brama di poltrone di qualcun altro.
Gianni Leggieri, Consigliere regionale M5S