La pantagruelica cerimonia di apertura delle Olimpiadi ha suscitato una vasta indignazione per il suo attacco totalmente fuori contesto a simbologie religiose cristiane, soprattutto se si pensa che questa manifestazione sportiva, ormai degenerata da decenni, in strumento di geopolitica, dovrebbe avvicinare le persone e non dividerle. Ma al di là di questo è mai possibile che laicità debba ormai far rima con laidità visto che essa riguarda non il pensiero o una visione del mondo o una critica al ruolo storico e sociale delle religioni positive, bensì solo le parti al di sotto dell’ombelico e la loro variabile gestione? Possibile che l’Ultima Cena sia schernita da un banchetto con drag queen, lgbt assortiti e donne cannone? A che scopo se non quello di deridere e di distrarre? Che senso ha se non quello di mostrare il malgusto hollywoodiano del regime macronista per giunta distillato in maniera da renderlo ancora peggiore?

Naturalmente c’è stato chi ha subito parlato di satanismo, ma si tratta soltanto  dell’incapacità di tirare fuori idee che non siano allineate al woke, ovvero a un prodotto americano di esportazione del globalismo neoliberista. Robaccia nella quale siamo immersi tutti i giorni e che si può considerare “sveglia” solo nel mondo degli zombi.  Da questo punto di vista la cerimonia, con tutta la sua gratuità rispetto a ciò che doveva introdurre, è stata una specie di manifesto che ha offerto tutto quello che la nuova normalità ha da dire: non più diritti fondamentali, sociali e del lavoro, ma i cosiddetti diritti civili, ovvero un pleonasma di significato ambiguo ( tutti i diritti sono ovviamente civili) che, tanto per fare un esempio, porta a colpire i diritti del lavoro, ma a reclamare inclusione nello stesso. Quanto all’equità essa è professata da un sistema che sta creando le maggiori disuguaglianze nella storia moderna. E che dire della diversità che dovrebbe richiedere rispetto per tutte le idee o i punti di vista ed esercitare quel muticulturalismo che è la più palese menzogna diffusa dalle élite occidentali? Insomma ideologismi vacui, creati come prodotti pubblicitari, con il loro stesso valore di verità e destinati a coprire sotto una foglia di fico, la definitiva presa di potere delle oligarchie. È quasi ovvio che alla fine non si trova trova altro modo di concretizzare questo spot, senza al contempo svelarne l’eterogeneità dei fini, se non nell’esaltazione di ogni tipo di promiscuità vista come l’unico momento per includere, equalizzare, diversificare, mentre in tutti gli altri ambiti non si cerca che il conformismo. Facile, troppo facile

Il “manifesto” di Parigi non poteva dire che vi toglieranno libertà di parola e di azione, che censureranno ogni tipo di espressione al di fuori dal rosario del politicamente corretto recitato ogni ora e ogni giorno dalle beghine dei media, che le persone saranno sfruttate il più possibile, che non potranno scegliere, che saranno denudate della loro dignità e capacità di pensiero critico. E allora non rimane che mostrare cazzi e mazzi   e proporre tra le altre cose un’‘immagine in cui gli uomini si appropriano delle donne e se le indossano come vestiti”. Non si tratta nemmeno di pornografia “morbida”, ma solo del nulla nel quale stiamo sprofondando come dentro le sabbie mobili, senza alcun ramo a cui attaccarsi perché via via vengono segati dai soliti noti e dai loro infaticabili lavoranti.

Però il segno della decadenza intellettuale dell’Occidente sta nel fatto che questa kermesse insensata e grottesca, realizzata per giunta in maniera scarsamente professionale, viene celebrata da tutti i media come se fossero una sola voce: questa è davvero la pornografia dei nostri tempi, la svendita del cervello al peggior offerente, la vittoriosa corsa di una menzogna consustanziale alla nostra società.

fonte:

Di BasNews

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