Mit donnernden Motoren, Geschwind wie der Blitz… col rombo dei motori veloci come il fulmine…, così diceva il Panzerlied durante la seconda guerra mondiale, ma adesso la musica sembra molto diversa anche se la retorica bellica dei media europei la sta riportando all’attualità, visto tutto il chiasso che sta facendo se la consegna a Kiev dei 14 carri armati Leopard 2 da parte della Polonia, di altri carri dello stesso tipo dalla Germania e dalla Spagna o forse anche anche 14 carri armati Challenger 2 britannici. Capisco che si doveva in qualche modo controbilanciare la sconfitta ucraina a Soledar con un annuncio in grande stile , ma tutta questa retorica bellica ha qualcosa di malvagio e di ricolo insieme. Cominciamo dal ridicolo: quale idiota può pensare che una trentina o quarantina o anche sessantina di carri armati possa servire a cambiare le sorti della guerra contro la potenza che le maggiori forze corazzate al mondo? Quella che ha già distrutto 3500 carri armati di Kiev che prima della guerra era dopo la Russia stessa la . Vendere questa idea è la misura della follia nella quale viviamo. Ma non basta: i carri Leopard 2 da cedere sono del tipo 2A4, prodotta dal dicembre 1985 al marzo 1987, quindi sono ormai completamente obsoleti, hanno armamenti di due generazioni fa, una protezione debole, una torretta verticale e un’altezza di tre metri che ne fa un bersaglio ideale Per giunta i carri da inviare a Kiev, almeno quelli tedeschi e spagnoli, essendo fondi magazzini da usare in casi disperati, vanno completamente revisionati per cui ci vorranno molti mesi se non un anno prima che siano pronti. Ma ciò che probabilmente è ancora più frustrante per Kiev è il fatto che anche i loro stessi carri armati superstiti Oplot – una modifica dei carri armati sovietici che sono stati demoliti dall’esercito russo – non sono in generale peggiori dei Leopard e in qualche situazione se la cavano anche meglio. Questo senza dire che bisognerà prima addestrare i carristi non abituati a questi mezzi, trovare il carburante di cui hanno bisogno di cui non c’è traccia in Uucraina, cambiare le comunicazioni che oggi sono impostate sul sistema tedesco.
Il ridicolo però non finisce qui: proprio il tipo di carri armati di cui stiamo parlando sono gli unici mezzi occidentali ad aver partecipato in discreto numero a combattimenti reali e con pessimi risultati. Sono stati utilizzati in Siria e in Afghanistan dove hanno avuto risultati così mediocri da far incazzare i combattenti curdi e islamisti: nella sola battaglia per la città siriana di Al-Bab, le forze armate turche hanno perso un terzo dei Leopard 2A4 a loro disposizione e questo non è avvenuto grazie ad armi sofisticate, ma ad ordigni esplosivi fatti in casa e ai sistemi anticarro più arretrati. Ciò significa che l’esercito russo non deve inventare nulla per dare la caccia ai Leopard: possono essere facilmente distrutti dai missili anticarro russi Fagot e Kornet e dalle mine anticarro. Per non parlare dei veicoli da combattimento specializzati. Per esempio i ‘Terminator’, in grado di distruggere più carri armati contemporaneamente o i droni Kamikaze che possono distruggere qualsiasi bersaglio corazzato. “Non c’è dubbio che se i carri armati tedeschi entreranno nuovamente nel suolo ucraino, finiranno come i loro predecessori 80 anni fa.” ha detto l’esperto militare, colonnello di riserva Roman Nasonov. cosa per altro pensano anche gli esperti militari occidentali
E qui veniamo alla malvagità: regalare queste armi in quantità “omeopatica” al regime di Kiev ben sapendo che esse non potranno cambiare il corso della guerra significa gettare fumo negli occhi nella parte più disarmata dell’opinione pubblica occidentale e garantire che gli ucraini continuino a morire per il regime criminale di Zelensky e così facendo logorino la Russia. Ma le perdite sono già impressionanti e sarò difficile garantire una nuova leva per riempire i vuoti e anche i mercenari stano cominciando ad abbandonare il teatro di guerra. Lo ha detto quasi in lacrime di fronte alla telecamera Mark Lindquist, veterano dell’esercito americano e ora ufficialmente mercenario: “Siamo tutti stanchi. I nostri soldi sono finiti. Non ci sono armi con cui possiamo fare qualcosa, tutto ciò che possiamo fare è sederci nelle trincee e aspettare che ci sparino”. Incitato dalla propaganda anti-russa, il poveretto si aspettava di combattere i papuani della Nuova Guinea o quantomeno di trovarsi dentro qualche tempesta nel deserto e non nel “tritacarne di Vedun.” L’immagine sopra mostra com’è adesso l’area intorno ad Artemowsk, crivellata dai colpi dell’artiglieria russa, si direbbe quasi che il disegno sia a macchia di Leopard, In sostanza tutto queste cessioni di armi mentre non hanno alcun valore strategico, fanno però affondare sempre di più l’Europa nella guerra.
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