L’omicidio di Elisa Claps, avvenuto il 12 settembre 1993 a Potenza, è stato catalogato come uno dei primi femminicidi degli ultimi decenni in Basilicata.
Per commemorare il trentesimo anniversario della scomparsa della ragazza, e per onorare la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, è stata organizzata, a Rionero in Vulture, una serata con una rappresentazione teatrale. Il tutto voluto dall’associazione culturale “Vulcanica”, in collaborazione con l’Archeoclub del Vulture e la scuola di musica “Orsomando”, con il patrocinio del comune di Rionero. Vincenzo Paolino- presidente dell’associazione Vulcanica- ha inserito l’ultimo progetto teatrale, di Ulderico Pesce, nella rassegna “Visioni d’autore”, giunta alla sua terza edizione.
“I sandali di Elisa Claps” è il titolo dello spettacolo, andato in scena sul palco del “Centro Sociale Pasquale Sacco” della città fortunatiana, di fronte ad un pubblico numeroso e attento.
Presentata già in diverse città lucane -e non solo- la pièce scritta dall’attore lucano Ulderico Pesce, con la consulenza della famiglia Claps, delinea la figura di Antonio, padre di Elisa, uomo rimasto in disparte, e in silenzio, durante la tragica vicenda. Pesce, nei panni di Antonio, ripercorre i drammatici momenti dalla scomparsa della ragazza, fino al ritrovamento del corpo nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità a Potenza. Nel suo racconto sono presenti gli aspetti irrisolti della storia: le lungaggini burocratiche, i silenzi, i depistaggi, le bugie, ma anche la battaglia e l’ostinazione nella ricerca della verità da parte degli altri due figli del signor Claps, Gildo e Luciano e della moglie Filomena. Con grande maestria l’attore ha interpretato i pensieri, le domande e i sentimenti del papà di Elisa, costretto a misurarsi con la sua impotenza di fronte all’accaduto. Per esaltare poi l’impatto emotivo, al testo si sono intrecciate le musiche alla fisarmonica di Pierangelo Camodeca, creando un unico flusso di emozioni, che ha coinvolto mente e cuore degli spettatori, i quali alla fine hanno risposto con una lunga standing ovation.
Il teatro che si fa carico di temi forti, sentiti, urgenti come quello del femminicidio rappresenta un prezioso mezzo di comunicazione, e denuncia sociale. Meritorio dunque il lavoro di Ulderico Pesce, teso a sensibilizzare gli spettatori offrendo punti e spunti, su cui riflettere. Il regista, e attore lucano, si è fatto apprezzare per il coraggio con cui propone il suo teatro di denuncia. Ricordiamo: Moro- i 55 giorni che cambiarono l’Italia; Storie di scorie o ancora Fiat sul collo: la lotta degli operai Fiat di Melfi.
È stato, altresì, protagonista di battaglie contro l’estrazione del petrolio, e si è fatto promotore di petizioni per passare dall’azione scenica alla reazione sociale.
Carmela Lapadula