Il 26 giugno al Centro Sociale di Malvaccaro il lancio della seconda edizione del progetto rientrante nel programma “Artisti nei territori” che ospiterà tre residenze artistiche
Lunedì 26 giugno alle ore 18, presso il Centro Sociale di Malvaccaro a Potenza, la compagnia Gommalacca Teatro presenterà la seconda edizione de “Il filo immaginario”, progetto per la promozione e il sostegno dei nuovi linguaggi della scena creativa, performativa e interdisciplinare rientrante nell’ambito del programma triennale “Artisti nei territori” sostenuto da Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo e Regione Basilicata, che tra fine giugno e dicembre 2023 porterà alla realizzazione di tre residenze artistiche in Basilicata.
La presentazione sarà anche l’occasione per discutere dell’impatto che lo strumento delle residenze genera sui territori e sulle persone. Interverranno: Dina Sileo, Presidente della IV Commissione – Politica sociale della Regione Basilicata; Vittoria Rotunno, Assessore alle Politiche Giovanili, per l’Infanzia, Pari Opportunità e Attività Produttive del Comune di Potenza; Giuseppe Romaniello, Dirigente Unità di Direzione Servizi alla persona del Comune di Potenza; Carlotta Vitale e Mimmo Conte, Direzione artistica e organizzativa di Gommalacca Teatro; il collettivo Šumma Ālu per la prima residenza de “Il filo immaginario” 2023.
Il progetto “Il filo immaginario” ha visto l’apertura di una call dal 1° al 31 marzo, rivolta a compagnie e artisti impegnati in un nuovo progetto di ricerca artistica, alla quale sono pervenute 122 risposte di progetti inerenti diverse discipline artistiche: teatro contemporaneo, performance nello spazio pubblico, installazioni visive, danza, pratiche artistiche per la comunità, interventi site-specific, arte partecipata.
La direzione artistica di Gommalacca Teatro, insieme a un gruppo di “spettatori attivi”, in parte allievi dei laboratori di ricerca scenica della compagnia e in parte cittadini appassionati di teatro, compresi in una fascia di età dai 13 ai 64 anni, ha valutato le proposte arrivate e selezionato i tre progetti vincitori: “Se una città è situata su un’altura” del collettivo Šumma Ālu, “Orsolina: una di noi” di Forteresse e “Turuwal” di Sistemi dinamici altamente instabili.
Ognuno dei soggetti proponenti i tre progetti selezionati avrà l’opportunità, entro la fine del 2023, di svolgere una residenza artistica di quindici giorni presso l’Auditorium del Centro Sociale Malvaccaro di Potenza, grazie alla collaborazione del Comune di Potenza, oltre a ricevere un contributo a sostegno del progetto in residenza e il supporto professionale e tecnico.
Šumma Ālu (in residenza dal 26 giugno al 10 luglio) è un collettivo auto-generativo composto dai giovanissimi artisti visivi Simone Bacco, Greta di Poce e Valerio Pastorelli. “Se una città è situata su un’altura” è un’opera performativa che prende le modalità del workshop e che si sviluppa come officina nomadica. Il workshop è pensato come atto di divinazione dei desideri dei partecipanti, letteralmente una desidumanzia: de (mancanza) sidus (stelle) manzia (divinazione).
Forteresse (in residenza dal 16 al 30 settembre) è una compagnia belga che si occupa di creazione, produzione e diffusione di progetti artistici e pedagogici, pluridisciplinari e di ricerca. In “Orsolina: una di noi” Orsolina è troppo: troppo grassa, troppo rumorosa, troppo sorridente, troppo ingenua, troppo curiosa e troppo sensibile. La sua visione del mondo è troppo unica. Orsolina non riesce a trovare il proprio posto nel mondo, non si sente ancora adulta, almeno per come si era immaginata che gli adulti dovessero essere.
Sistemi dinamici altamente instabili (in residenza dal 26 novembre al 10 dicembre) da 30 anni persegue un percorso di ricerca originale sulla corporeità e lo spazio. Il lavoro in sala e in scena si basa su improvvisazione e composizione istantanea. “Turuwal” va alla ricerca di un formato originale che sia un ibrido tra atto performativo e pratiche di condivisione, con l’obiettivo di generare in modo spontaneo un’apertura percettiva nel pubblico, il quale entra in relazione con il processo creativo divenendo un “osservatore attivo”.