di Fabio Torriero
Cosa c’è di più demenziale e pericoloso della festa di Halloween? Già ci immaginiamo l’atteggiamento ironico o superficiale delle mamme e dei mammi italici che non sanno o non vogliono capirne il significato, né rinunciare all’ennesima moda importata dagli Usa, con l’unico scopo di far divertire i figli. O che al massimo, si rifugiano dietro il solito infantilismo che ormai contagia tutti. Un infantilismo stucchevole dove persone, cani, gatti, maghi e streghette, sono parte di una stessa fiaba.
Noi siamo molto esperti e veloci nell’assorbire e mutuare ogni tendenza estera, non ponendoci mai una domanda semplice: che cosa facciamo o che valore pedagogico hanno i nostri comportamenti?
Stiamo parlando, infatti, di una finta festa, un mediocre mix tra consumismo ed esotismo da quattro soldi.
Come noto, Halloween è stata riciclata dagli Usa, che a suo tempo, hanno recepito dagli irlandesi emigrati nel nuovo mondo una loro festa antica, celtica. I sacerdoti Druidi erano soliti festeggiare l’inizio dell’inverno e la fine dell’estate rivolgendo al loro popolo la famosa frase, “sacrificio o maledizione?”. Un quesito un po’ diverso rispetto alla banalizzazione nostrana “dolcetto o scherzetto?”.
Sacrificio o maledizione, voleva e vuol dire, che se non compi sacrifici (animali) ti puoi esporre a una maledizione che colpirà te e la tua famiglia.
Inoltre la festa, a livello simbolico e non solo, significava e significa il passaggio dall’estate all’inverno ossia, la vittoria delle tenebre sulla luce.
Cosa c’è quindi, da festeggiare resta un mistero.
Chi è il Signore della luce e chi è il signore delle tenebre? Siamo ancora in grado di saperlo?
Per non parlare dei morti che risorgono per un giorno e tornano tra i vivi per festeggiare a suon di bevute, orge etc.
Gli esorcisti cattolici parlano di festa del diavolo. Non a caso nella notte del 31 aumentano delitti, morti cruente, sedute spiritiche, incidenti, evocazioni inquietanti e le sette sataniche sono molto attive nell’azione di proselitismo.
Compito di un cristiano degno del nome è rifiutare questa idiozia di massa. Bisogna recuperare l’orgoglio della nostra tradizione e identità: viva la festa dei morti, vero legame d’amore con la nostra storia; no alle follie.
fonte: