L’Europa è come uno di quegli animali presi nella tagliola: qualsiasi mossa facciano la situazione non potrà che peggiorare. Non è certo una sorpresa visto che il tasso di stupidità sia dei dirigenti Ue, sia di quelli dei singoli stati è andato aumentando fin dalla creazione dell’euro sino arrivare ad insondabili vette con la von der Leyen. Meno intelligenza, meno cultura politica, meno capacità di visione significano più servilismo, meno autonomia, più dipendenza dalle lobby. Si tratta di un declino visibile in tutto l’Occidente, ma le cui conseguenze sono state catastrofiche per il vecchio continente che da una parte era la carta carbone della Nato e dall’altra poteva disporre di energia a basso costo dalla Russia alimentando la propria economia. Quando il globalismo ha messo in crisi questa precaria equazione che non si è mai tradotta in un programma politico di emancipazione dal padrone statunitense, tutto è crollato. L’Europa si è costruita la sua stessa trappola.
Anche nel caso che Putin riesca nel miracolo di ottenere una pace alle sue condizioni senza ferire la figura di Trump come maschio alfa, i giochi per noi sarebbero fatti perché all’America interessa venderci energia ad altissimo prezzo e scippare i grandi gruppi industriali rimasti nel tentativo di restare a galla in questo periodo di pre diluvio, mentre alla Russia non interessa affatto collaborare alla ripresa di quelli che si sono rivelati come nemici irriducibili e che hanno fatto mostra di un vero e proprio razzismo russofobico. La leggerezza con cui tromboni di un milieu politico tra i più deprimenti, hanno trattato Mosca verranno pagati da tutti, compresi gli idioti che si compiacciono di tali prodezze verbali. Putin, ma anche l’insieme della governance russa che peraltro vorrebbe risolvere la guerra in maniera più radicale, non possono più fidarsi. In ogni caso il continente avrà ormai perso l’occasione di inserirsi nel nuovo grande asse economico del mondo che è basato su Asia e Pacifico. Se al contrario gli Usa per non apparire sconfitti contro l’avversario di sempre e alle prese con le conseguenze della loro creazione di caos in Siria – vedi, per fare un esempio di giornata, New Orleans – vorranno continuare una guerra già persa e giocare il tutto per tutto pure con la Cina, si aggiungeranno anche distruzione e morte. Come è giusto che sia perché la stupidità consiste appunto nel perseverare nelle cose che non hanno funzionato.
Già oggi il ruolo da protagonista che la Gran Bretagna ha voluto svolgere nella guerra Ucraina ha creato un buco di 22 miliardi di sterline nel bilancio che poi ha innescato una vera crisi del debito per cui Londra si trova ora a dover emettere titoli per 140 miliardi con un aumento di 20 punti base di interesse, una cosa che colpisce i ceti popolari con aumenti di tariffe e sottrazione di welfare, ma anche le aziende che poi si rifaranno sui lavoratori. Si riaffacciano i tempi di Dickens, ma nulla di diverso da quanto sta accadendo anche in Italia, Germania e Francia seppure in modo più strisciante e con meno clamori.
Insomma comunque vadano le cose in questo vero e proprio inizio di un nuovo secolo, l’Europa come insieme di Paesi, culture e lingue ha già perso e andrà incontro al suo periodo più buio come satellite marginale di un impero in declino che brucia la sua stessa casa pur di rimanere in piedi. Mentre la Ue è destinata a dissolversi o a trasformarsi in una prigione, ancor più di quanto non sia già, visto che a Washington non piacerebbe vedersela con molti Paesi, ognuno alla ricerca della propria strada. Alla fine una verità emerge da questo caos che ci attende: paradossalmente l’unico futuro per il continente è con la Russia e non contro di essa.
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