Alla fine si rimane vittima delle proprie stesse narrazioni: l’occidente o per meglio dire l’anglosfera più un fritto misto di nazioni occupate militarmente, è stato abituato da decenni a spadroneggiare ovunque con i deboli e a coltivare il mito della propria invincibilità: ma adesso che si trova a combattere ad armi pari si trova letteralmente paralizzato temendo da una parte che la Nato non possa farcela con la Russia, ma non potendo nemmeno fare la pace perché questo sarebbe una sconfitta troppo grande per mantenere in vita il mito. Senza dire che perdere la faccia intaccherebbe la credibilità del sistema neoliberista occidentale lanciando al resto del mondo che si sta già riorientando un chiaro messaggio di game over. A leggere il mainstream e i resoconti di incontri di esperti e funzionari parrebbe proprio che solo adesso la Nato cominci a capire cosa sta succedendo e che la caduta del regime del Kiev non è affatto l’obiettivo principale della campagna russa, perché Mosca vuole una demilitarizzazione e denazificazione dell’Europa orientale e baltica il cui avventurismo e allo stesso il cui servilismo nei confronti degli Usa è ormai intollerabile per la Russia e fonte di continua tensione. La lentezza di una campagna militare che stando alle forze in campo avrebbe potuto concludersi in poche settimane, ha fatto pensare a difficoltà della Russia, mentre era proprio una strategia di disarmo continentale. E di fatto con tutte le armi e le munizione mandate in Ucraina ormai l’Europa è di fatto disarmata, ma anche gli Stati uniti non stanno benissimo perché ogni mese il regime di Kiev perde l’intera produzione bellica annuale degli Usa per quanto riguarda armi anticarro e artiglieria e sistemi di lancio multiplo. Probabilmente fino tre mesi fa tutti i dirigenti occidentali pensavano di aver messo in trappola la Russia e non avevano la minima idea di essere loro ad essere caduti in una trappola. Che tra l”altro sta facendo nascere nuove geometrie planetarie, come gli accodi economici tra Russia e Iran o ancora il patto per la Siria che oltre a Iran e Russia comprende anche la Turchia.
D’altra parte, consumati nel mito dell’invincibilità, nessuno aveva osato anche solo pensare che la Russia non sarebbe stata abbattuta dalle sanzioni e dalle armi magiche dell’occidente che avrebbero presto avuto ragione di truppe russe disorganizzate e senza munizioni. Tutte cose che nonostante la loro totale mancanza di realismo e di verità continuano a circolare perché esse alimentano in qualche residuale imbecille l’idea che le sanzioni abbiano un senso mantenendo in piedi lo scenario di una possibile vittoriosa guerra diretta della Nato contro la Russia. In realtà l’idea stessa che l’Alleanza atlantica possa raccogliere sufficienti uomini e mezzi per sconfiggere i russi in casa loro, nonostante questi dispongano di un armamento missilistico più avanzato, è abbastanza stupida: se anche fosse fattibile la creazione di una “grande armata” tipo Napoleone, essa assorbirebbe tante forze da portare alla disintegrazione dell’impero americano globale e accelererebbe la transizione già in corso verso un mondo multipolare. D’altronde questa guerra ha visto l’esercito russo evolversi rapidamente in una forza combattente temprata dalla battaglia, sorprendentemente agile e pronta ad adattarsi, ma anche potentissima nelle concentrazioni di fuoco, mentre le forze della Nato non affrontano una situazione simile dalla seconda guerra mondiale. Molti credono che gli Stati Uniti siano una forza “indurita dalla battaglia”, ma questa è una sciocchezza assoluta. Delle molte decine di migliaia di soldati nelle attuali unità di combattimento statunitensi, solo una piccolissima frazione ha vissuto una battaglia e nessuno ha subito un conflitto ad alta intensità come quello che sta avvenendo in Ucraina. Anche la pazzesca idea della no fly zone che molti idioti adusi ai video giochi propongono, deriva da questo mondo onirico: con i migliori missili da difesa aerea del mondo e almeno 3000 caccia di prima linea, non i tratterebbe dell’Iraq, ma di un immediato massacro. Al Pentagono lo sanno bene, ma si guardano dal dirlo. L’importante nella nostra contemporaneità + che la verità non venga mai detta.
La cosa è particolarmente evidente con l’Europa che con le sanzioni ha condannato a morte l’economia del continente, ma ha anche messo in pericolo il suo strumento di potere prediletto, l’Euro, sceso paurosamente rispetto al dollaro e ancor più nei confronti del rublo. Una moneta debole teoricamente avvantaggia le esportazioni, ma questo non avviene di certo se se l’energia a basso costo non è più disponibile per la produzione industriale, ma gas e petrolio devono devono essere acquistati a caro prezzo e per giunta con sanzioni che chiudono parecchi mercati. Adesso la Bce sta tentando un salvataggio della moneta unica con il rialzo dei tassi che tuttavia causerà una nuova strozzatura economica e dunque sarà un ennesimo salvataggio di una divisa assurda che peserà completamente sulle spalle dei cittadini e soprattutto di quelli più poveri. La Ue sembra davvero un cervo ipnotizzato dai fari di un camion che è sempre più vicino, mentre tutta l’informazione dice che in realtà si tratta di due motociclette e che tutti i pericoli saranno scongiurare. ” Andrà tutto bene”, l’abbiamo già sentita.
Il segnale più evidente dello stallo in cui ci troviamo è che la crisi di alcuni governi europei come quello inglese o quello italiano si rivela clamoroso e direttamente collegato allo scacco strategico subito dai Paesi che si sono mostrati più aggressivi con la Russia, non trova sbocchi concreti: la classe politica europea, spaventata e confusa, è da una parte consapevole di dover rimuovere i responsabili della imminente catastrofe, ma scopre anche di non avere successori per uscire da questo circolo vizioso e soprattutto è totalmente priva di idee idee per impostare il problema in modo radicalmente differente, Ma non ha neanche la libertà di azione rispetto alle elite europee rappresentanti fedeli delle oligarchie nordamericane.. Perciò non osano perdere la faccia a causa dell’Ucraina, ma dimostrano di non avere soluzioni per evitare l’imminente recessione e di aver perso la testa che è molto peggio della faccia.
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